Chieri

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Chieri

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Provincia di Torino. L’area fu abitata già in epoca romana e, nell'Alto Medioevo fu un feudo del vescovo di Torino. Dal '300 C. passò sotto il dominio dei Savoia e fu devastata nelle guerre del '500.

L'insediamento

La prima notizia d'una presenza ebraica a C. è del 1416. Il consiglio di C. deliberò di trattenere il Maestro Sansone da Nurebello (Mirebello) fisico e chirurgo, perché in città non c'era un medico e, l'anno seguente, fu concessa a Sansone la licenza di abitare e negoziare a C.[1].

Ma solo nella seconda metà del' 500 le notizie documentarie sugli ebrei di C. aumentano, sebbene restino sporadiche. Sappiamo così che nel 1568 Simondo Francese dichiarò di aver ricevuto 80 scudi pagati da Abramo Galliaco, alias Gambarana, per la dote di sua moglie Dora, ai quali aggiunse 25 scudi da parte propria[2].

Altre notizie sparse fanno cenno a Benedetto Theodori, che, con Maestro Israel de Nizza, medico a C., affittò (1589) ad un cristiano una casa e un terreno, ovvero il cimitero degli ebrei di C., per il quale l'affittuario assunse il compito di guardiano[3].

La famiglia ebraica dominante a C. fu quella dei Segre: banchieri, commercianti, dotti e rabbini. Come alcune altre famiglie “nobili” piemontesi, ebraiche e non, essi avevano uno stemma (arma). Nel 1580, in seguito ad un controllo governativo e all'imposizione di una tassa sull'uso dello stemma, Abramo Segre, a nome proprio e di Jaestro Giacob suo nipote, affermò di avere un’arma costituita da un leone su di un suo sigillo. Anche Giuseppe Segre di C. dichiarò lo stesso e ognuno di loro offrì al Duca 10 scudi per vedersi concesso l'uso dello stemma anche in futuro[4].

Dopo la cacciata degli ebrei dal ducato di Milano (1590), i beni della Comunità ebraica furono divisi fra i creditori: tre rabbini incaricati della divisione assegnarono 350 lire di Milano ad Abramo da Nizza abitante a C.[5], dove, nello stesso periodo abitavano anche i fratelli è e Salomone Pescarolo, figli del rabbino Abramo, che ricevettero rilevanti somme dai fratelli Clemente e Moisè di Simone Pavia abitanti a Lodi[6].

I banchieri e l’economia

Come nel resto del Piemonte, il prestito fu l'attività economica principale degli ebrei a C. I Segre furono fra i primi banchieri locali: Maestro Elia Segre ed i suoi fratelli Emanuele, medico, e Simone ottennero nel 1549 una licenza di poter venire a C. e negoziare more hebreorum, ovvero prestare[7]. Seguì, poi, prima del 1552, Ricca della Torre, vedova di Emanuele medico. Il di lui cognato, Simone Segre, offrì a Ricca 110 scudi se avesse lasciato C. ed il consiglio comunale fu d'accordo, specialmente quando Simone si offrì di prestare al Comune 200 scudi ad un basso interesse, di pagare lo stipendio del vicario e di fornire del legname ai soldati. Così Simone ottenne il monopolio del prestito a C. e da allora, e per tutto il '600, vi furono dei banchieri ebrei attivi a C. (il numero dei banchi durante il secolo fu di tre)[8].

Oltre al prestito gli ebrei di C. si guadagnavano la vita in particolare con il commercio. Già nel 1596, infatti, vengono nominati nel registro delle tasse quattro ebrei manifattori e commercianti di stoffe, mentre nel 1685 sono menzionati ebrei commercianti in calze.

Nel '700 aumentò a C. (come del resto altrove) l'attività ebraica nel campo della fabbricazione e commercio del tessuti: sappiamo, ad esempio, che Salvatore Segre fabbricava delle stoffe di fillo e cottone (1725)[9].

Demografia

Secondo un censimento del 1578 vi erano allora quattro famiglie ebree a C., per un totale di 19 persone  Il numero degli ebrei a C. crebbe in seguito e nel censimento del 1596 vengono nominate 10 famiglie non di banchieri: sembra che con esse l'insediamento ebraico locale fosse giunto al suo massimo.

Dopo l'istituzione del ghetto (1723), la popolazione fu di 73 persone divise in 12 casate e nel 1787 il numero degli fu di 60[10].

Vita comunitaria e ghetto

C. fu uno dei maggiori centri ebraici del Piemonte, nonostante le sue ridotte dimensioni. Sembra, però, che solo dopo la creazione del ghetto gli ebrei di C.  si fossero organizzati in una Comunità vera e propria. Facevano parte, comunque, della "super-comunità" degli ebrei del Ducato sabaudo, che di solito si riuniva a Torino.

Il tribunale ebraico di C. invece esisteva già nel 1601 e anche qui fu introdotto nel 1730 il sistema di tassazione della cassella[11].

Il ghetto fu introdotto a C. contemporaneamente alle altre località sabaude. Fu il risultato della politica antiebraica della Chiesa sostenuta dai Duchi, che  mirava alla segregazione degli infedeli. Nonostante le dimensioni assai ridotte della popolazione ebraica, anche a C. le discussioni tra Comune, padroni di casa cristiani ed ebrei furono serrate. I pochi israeliti dei piccoli insediamenti vicini furono incorporati nel ghetto di C., che fu ampliato e ristretto alcune volte nel corso del '700, secondo i bisogni della Comunità[12].

La sinagoga a C. apparve come istituzione privata: nel 1578 Jacob del fu Leone Segre, banchiere a C., ottenne una licenza per poter fare una sinagoga in casa propria o dei suoi soci. Durante il periodo del ghetto la sinagoga fu ubicata nel salone della casa principale del recinto, il palazzo della famiglia Solaro. Anche il cimitero incominciò come proprietà privata e solo nel 1763 fu ceduto dalla famiglia Segre alla Comunità locale[13].

Dotti e rabbini

Abramo di Giuda Segre, rabbino e dotto a Casale Monferrato tra il '600 e '700, abitò anche a C. per un certo tempo. Fu allievo di Giuda Briel da Mantova e collega  dei rabbini Giuda Finzi e Beniamino Coen, nonché autore di responsa e poesie[14].

I membri della famiglia Concio (padre, figlio e nipote) furono banchieri a C. e ad Asti. Grazino/Gershon, figlio di Isacco, fu rabbino e prestatore (e morì nel 1615) e Giuseppe/Ioseph, il figlio, fu anche lui banchiere, nonché autore e tipografo a C. e ad Asti. Anche Abramo, suo figlio, assistette il padre e continuò l'opera di stampatore[15]. Giuseppe stampò in particolare i propri scritti, compreso un commentario su Megillath Ester (1628), delle poesie, Shirim bi-Leshon idah Meubbarim (1627), Mar'eh ayyim, halakha in versi (1629), Meqom Bina, commentario su Proverbi (1630), Ot le-Tova, sentenze talmudiche (1627), Ma'agal Tov, poesie su sentenze talmudiche (1627-8), ed altri brevi opere. Egli morì e fu sepolto a C. nel 1615[16].

Bibliografia

Anfossi, M.D., Gli ebrei in Piemonte, Torino 1914.

Colombo, D. - Tedesco, G., Il ghetto di Chieri, in RMI 27 (1961), pp. 63-66, 172-178.

Foa, S., Un pietoso dramma nel ghetto di Chieri nel 1745, in RMI 20 (1954), pp. 210-216.

Loevinson, E., La concession des banques de prêts aux juifs par les papes des seizième et dix-septième siècles, in REJ 92 (1932), pp. 1-30; 93 (1932), pp. 27-52, 157-178; 94 (1933), pp. 57-72, 167-183; 95 (1934), pp. 23-43.

Segre, R., The Jews in Piedmont, 3 voll., Jerusalem 1986-1990.

Simonsohn, S., The Jews in the Duchy of Milan, 4 voll., Jerusalem 1982–1986.

Steinschneider, M., Catalogus Librorum Hebraeorum in Bibliotheca Bodleiana, Berlin 1852-60.

Treves, S., Gli ebrei a Chieri (1416-1848): vicende storico-giuridiche della Communita israelitica sotto il dominio sabaudo, Chieri 1974.

Zunz, L., Literaturgeschichte del synagogalen Poesie, Berlin 1965.


[1] Colombo,D. - Tedesco, G., Ghetto di Chieri, p. 63; Segre, R.,  Piedmont, doc. 46; Treves, S., Chieri, p. 15.

[2] Segre, R., op. cit., doc. 1021..

[3] Segre, R., op. cit., doc. 1189.

[4] Ivi, Doc. 1295

[5] Simonsohn, S., Milan,  doc. 4376.

[6] Ivi,doc. 4402, p. 2824..

[7] Segre, R., op. cit., doc. 945.

[8] Ivi, doc. 875, 878, 2040, 2487 e passim; Loevinson, E., Banques de prêts, p. 165; Foa, S., Banchi e banchieri, passim.  

[9] Segre, R., op. cit., doc. 1638 (non sappiamo se tutti furono abitanti del luogo), 1422, 2719.

[10] Ivi, doc. 1255, 1645, 3144, 3369.

[11] Ivi, doc. 1721, 2787, 2816, 3226.

[12] Colombo, D.-Tedesco, G.,  Ghetto, passim; Segre, R., op. cit., doc. 2638, 2642, 2644-5, 2657, 2659, 2676, 2900, 2940, 3118. I rapporti Chiesa-ebrei a C. furono a dir poco tesi (come del resto ovunque). C. fu scena di casi di ratti di bambini mascherati da battesimi finti e altri soprusi. Si veda per esempio Foa, S., Un pietoso drama, passim; Segre, R., op. cit., doc. 2995. Una casa di catecumeni esisteva a C. già nel 1576.

[13] Colombo, D.-Tedesco, G, op. cit., p. 65; Segre, R., op. cit.,, doc.1268, 2659, 3269.

[14] Secondo Zunz, L.,  Literaturgeschichte, p. 448 fu forse discendente di Giuda Segre, uno dei capi della Comunità di C. nel 1627.

[15] Segre, R., op. cit.,doc. 1286, 1670, 2040, 2106, 2487..

[16] Steinschneider, M., Cat. Bodleina, colls. 1453s. Per l'anno della morte si veda Treves, S., op. cit., p. 234.

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