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Provincia di Cuneo. Situata su di un promontorio che si affaccia sulle vallate del Tanaro e della Stura, C., dopo essere stata dominio degli Angioini, passò nel 1348 ai Visconti. Fu data in dote come feudo a Valentina Visconti, sposa di Ludovico d'Orleans e, tra il 1531 e il 1557, i Savoia e la Francia s e la contesero, ma, con il trattato di Cateau-Cambrésis, C. fu assegnata definitivamente ai primi. Nel 1631 fu sede del Congresso che si tenne per porre fine alla guerra di successione per Mantova e, nel 1796, con la vittoria di Napoleone Bonaparte su Vittorio Amedeo III, fu imposto un armistizio che poneva la città e tutto il Piemonte nelle mani dei Francesi. Nel 1815, con la Restaurazione, i Savoia rientrarono nella cittadina.
Difficile stabilire con esattezza l'anno in cui arrivarono i primi ebrei a C.: molto probabilmente essi vi giunsero in seguito alle espulsioni dalla Francia meridionale[1].
I banchi di prestito
Nel 1580 Meir De Benedetti conduceva l'unico banco feneratizio esistente in città ed il suo nome compariva di nuovo nella tolleranza papale del 1584. A causa delle guerre che attraversarono il Piemonte alla fine del secolo XVI l'Infanta stabilì che ogni Comune dello Stato sabaudo partecipasse alle spese militari. Per l'insufficienza di banchi ebraici, il consiglio della città fu costretto a rivolgersi a prestatori cristiani per poter raccogliere il denaro per i soldati e per il grano da inviare a Poirino. Nel 1595 Benaia Debenedetti, banchiere a C. prestò comunque al Comune 132 scudi per pagare il distaccamento delle truppe inviate al Duca: la somma si aggiungeva ai 100 ducatoni già prestati per l'alloggio dei soldati nella città di Biella.
Nel 1596 agli eredi di Meir Debenedetti fu rinnovato il privilegio per condurre il banco feneratizio di C. ed i loro nomi erano nuovamente presenti nell'elenco dei banchieri piemontesi, compilato dal cardinale ciambellano nel 1598.
Nella concessione ducale del 1624, infine, Donato Debenedetti risultava il conduttore dell'unico banco feneratizio attivo in città[2].
Vita Comunitaria
Accanto a questa prima famiglia di banchieri, vennero successivamente a stabilirsene altre, che diedero origine alla Comunità locale. Documenti sparsi ne attestano la presenza, ma non ci offrono un quadro completo della vita interna di questo piccolo gruppo. Sappiamo, però, che nel 1547 il sindaco di C. informava il consiglio cittadino dell'intenzione degli ebrei Anselmo Montagnana e Benedetto Debenedetti di risiedere in città: il sindaco era favorevole alla presenza di un prestito ebraico, vista la necessità di denaro durante le guerre e le carestie.
Nel 1631 il Duca Vittorio Amedeo I ordinò poi che le proprietà di Pietro Paolo Caissotti, un ebreo convertito di C., fossero cedute alla vedova Laura, mentre nel 1642 la Duchessa donò agli ebrei Moisè Foa ed Emanuele Camerino, entrambi residenti nella cittadina, la somma di 30 fiorini, da prelevarsi dalle tasse pagate dall'Università degli ebrei al Duca.
Nel 1729 Tranquillo Lattes e Salomone Lattes pagarono alle casse ducali una multa di 16 fiorini, 13 soldi e 4 denari per un’ accusa non specificata[3].
Il Ghetto
Verso il 1724 un ghetto fu stabilito a C. in osservanza alle Regie Costituzioni del 1723, che ordinavano la costituzione di un quartiere separato, nel quale gli ebrei avrebbero dovuto vivere.
Il Ghetto era posto al centro della città, in un grande caseggiato e la sinagoga era situata all'interno dell'edificio, insieme agli alloggi per le famiglie. Il rito liturgico seguito dalla Comunità ebraica era quello sefardita[4].
Demografia
Nel 1596 risiedevano a C. circa 8 famiglie ebraiche. Nel censimento del 1761, ordinato da Carlo Emanuele III, le famiglie ebraiche erano salite ad 11, per un totale di 51 persone[5].
Bibliografia
Debenedetti, E., Gli ebrei a Cherasco, in RMI XXI (1955) 11, pp. 461-465.
Foa, S. Banchi e banchieri ebrei nel Piemonte dei secoli scorsi, in RMI XXI (1955) 12, pp. 520-535.
Loevinson, E., La concession des banques de prêts aux juifs par les papes des seizième et dix-septième siècles, in REJ 92 (1932), pp. 1-30; 93 (1932), pp. 27-52, 157-178; 94 (1933), pp. 57-72, 167-183; 95 (1934), pp. 23-43.
Segre, R., The Jews in Piedmont, 3 voll., Jerusalem 1986–1990.
[1] Debenedetti, E., Gli ebrei a Cherasco, pp. 461-462.
[2] Debenedetti, E., op.cit., p. 461; Foa, S., Banchi e banchieri ebrei del Piemonte dei secoli scorsi, p. 526; Loevinson, E., Banques de prêts, p. 165; Segre, R., The Jews in Piedmont, II, doc. 1294, 1361, 1561, 1584, 1610, 1615, 1639, 1676, 2040.
[3] Segre, R., op. cit., I, doc. 824; II, doc. 2123, 2182; III, doc. 2761.
[4] Debendetti, E., op. cit., p. 463; Segre, R., op. cit., III, doc. 2703A, 2925, 3207.
[5] Segre, R., op. cit., II, doc. 1645; III, doc. 3154.