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Provincia di Milano. Di origine antica, come indicherebbe il nome (che si ritiene derivi dal latino vicus mercatus) era già un centro notevole nel basso medioevo, anche se raggiunse il suo massimo sviluppo più tardi.
Il primo accenno ad una presenza ebraica a V., sia pure in via ipotetica, si ha nel documento notarile del 1558, concernente l'assegnazione dei banchi in vista della ripartizione delle tasse, da cui risulta per il momento esclusa V. Riguardo all’eventualità dell’esistenza di un banco qui, un altro documento menziona la disputa tra Moisè Pugliese e Simone del fu Daniele de Suavi, che si opponeva all'assegnazione di tale banco al primo, stabilita dai deputati dell'Università ebraica, appellandosi al principio secondo cui la distanza tra un nuovo banco e quelli già esistenti e riconosciuti, come, nel caso specifico, il suo di Monza, non dovesse essere inferiore alle cinque miglia, mentre la distanza tra le due località in questione era di quattro miglia e mezzo. I conservatori degli Ebrei, la Contessa di Lodrone e Ludovico Rizzo, proposero che i due feneratori si associassero a V., ma, dato il rifiuto del Pugliese, assegnarono il banco a Simone.
Nel 1559 il capitano di giustizia ebbe ordine di investigare con il massimo zelo circa l'assassinio e il saccheggio della casa di cui erano stati vittime Orsino e la moglie, ebrei residenti a V.: dietro richiesta dei fratelli di Orsino, il capitano dovette emettere un bando, in cui si promettevano 100 scudi per chiunque avesse fornito informazioni sugli assassini. Il mese dopo Moisè Pugliese, offertosi di cercare le tracce dei colpevoli, ricevette dal governatore di Milano, Don Gonzalo Fernandez di Cordova, il permesso di portare armi offensive e difensive nello Stato di Milano: Per alcuni degni et raggionevoli rispetti siamo stati contenti concedere a Moyse Pugliese hebreo con suo servitore facoltà di poter portare qualunque sorte d'arme si offensive come diffensive per il Stato di Milano cavalcando et andando per il viaggio non obstante qualunche ordine o cride disponenti in contrario, valituro a nostro beneplacito[1].
Con questa nota, si esauriscono i riferimenti ad una presenza ebraica a V.[2].
Bibliografia
Segre, R., Gli ebrei lombardi nell'età spagnola, Torino 1973.
Simonsohn, S., The Jews in the Duchy of Milan, 4 voll., Jerusalem 1982-1986.