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Cortona (קורטונה)
Provincia di Arezzo. Libero Comune nel XIII e XIV secolo, C. passò nel 1441 sotto Firenze e divenne un’importante città fortificata ai confini tra la Toscana e lo Stato Pontificio.
La prima testimonianza relativa ad una presenza ebraica a C. risale all’ultimo trentennio del XIV secolo[1], quando la Comunità perugina si rivolgeva alla cortonese, tra il 1371 e il 1372, perché facesse da tramite con quella avignonese, per avere informazioni sull’atteggiamento nei confronti degli ebrei del cardinale Filippo di Cassaboles, appena nominato da Gregorio XI suo legato a Perugia[2].
Nel 1404 Deodato di Abramo di Deodato da Perugia, abitante a Città di Castello, in società con altri prestatori ebrei, istituì un banco feneratizio a C.[3] e, l’anno seguente, Bonaventura e Manuello di Abramo di Dattero da Perugia, anch’essi provenienti da Città di Castello, ottennero licenza di fenerare qui per venticinque anni all’interesse del 30% annuo: nei capitoli loro concessi figuravano la libertà di culto, il diritto di seppellire i morti e l’esonero dalle gabelle[4].
Dalla condotta quinquennale del 1411 risulta che i due fratelli dovevano pagare a Firenze, in cambio del permesso di prestare, 100 fiorini per ciascuno dei due primi anni del contratto e 110 fiorini per ciascuno dei rimanenti tre anni[5]. Associati al banco di Bonaventura e Manuello erano anche Dattero di Manuello da Montalcino, Salomone e Guglielmo di Aleuccio (Leuccio) e Dattero di Angelo da Corneto (Tarquinia)[6].
Nel 1428 i delegati del Comune di C. iniziarono una vertenza contro i titolari del banco, Dattalo di Angelo da Corneto, Salomone di Aleuccio (Leuccio) da Arezzo e soci, accusati di eccessiva durezza verso i debitori insolventi, contro cui non avevano esitato a ricorrere alle vie legali: i feneratori, furono, tuttavia, assolti dalla magistratura fiorentina, presumibilmente in considerazione dell’importanza del ruolo del prestito ebraico per il fabbisogno economico della popolazione[7].
Dal 1431 al 1504 il prestito ebraico continuò a C., sebbene un Monte di Pietà fosse stato istituito nel 1493 e fosse stato compiuto un tentativo (fallimentare) di autogestione del prestito[8]. Sappiamo, infatti, che negli anni ’40 del Quattrocento si erano avvicendati al banco cortonese il già ricordato Salomone di Aleuccio da Arezzo, Salomone di Abramo da Forlì e Mosè di Daniele da Fossombrone[9] e che nel 1478 (e almeno fino alla fine del secolo) esso fu di proprietà della famiglia da Camerino. Quest’ultima lo gestì dal 1479 al 1485 con Mosè e Josef di Jacob da Borgo San Sepolcro e con Aliuccio del fu Abramo da Fabriano e ancora agli inizi del ‘500 continuava a mantenere interessi in loco[10].
Nel XV secolo furono copiati a C. alcuni manoscritti e nel 1441 Abraham di Shlomoh terminò di copiare il Libro dei Salmi, dei Proverbi e di Giobbe, mentre nel 1462, Yequtyel di Shlomoh ultimò la copiatura del commento di Rashi al Pentateuco[11].
Nel 1491 Angelo di Daniel da Sarteano (Sarzana), uno dei feneratori di C., fu processato a Firenze per falsa testimonianza sulle proprie attività: condannato all’amputazione di una mano, si sottrasse alla pena pagando una multa di 100 fiorini d’oro[12].
Nel 1547 la facoltosa ed influente Benvenida Abravanel, insieme al figlio Yaaqov, ottenne il permesso di Cosimo de’ Medici di aprire in una serie di centri, tra cui C., un banco di prestito[13].
Nel 1570, in vista dell’istituzione del ghetto nelle città di Firenze e di Siena, Cosimo I fece svolgere un’indagine sugli ebrei di una serie di località, tra cui C., dalla quale si apprende che ve ne erano allora 32 qui[14]. Con l’obbligo di risiedere nelle due città munite di ghetto, finiva l’insediamento ebraico a C.
A partire dal primo periodo del dominio lorenese (1737-1790), alcuni ebrei tornarono ad essere attivi e, talvolta, a vivere a C.: nella seconda metà del XVIII secolo vi risiedette, per alcuni anni, Salomone fiorentino, poeta e letterato originario di Monte San Savino (Arezzo)[15].
Bibliografia
Borgolotto, E., Les juifs à Florence au temps de Cosme l’Ancien, 1437-1464: une histoire économique et sociale du judaïsme toscan, tesi di dottorato presso L’Università di Montpellier 2009.
Bernheimer, C., Paleografia ebraica, Firenze 1924.
Cassuto, U., Gli ebrei a Firenze nell’età del Rinascimento, Firenze 1918.
Ciardini, M., I banchieri di Firenze nel sercolo XV e il Monte di Pietà fondato da Girolamo Savonarola, Borgo San Lorenzo 1907.
Freimann, A., Jewish Scribes in Medieval Italy, in Alexander Marx Jubilee Volume, New York 1950, pp. 231-342.
Margulies, S.H., La famiglia Abravanel in Italia, in Rivista Israelitica III (1906), pp. 147-154. Salvadori, R.G. - Sacchetti, G., Presenze ebraiche nell’Aretino dal XIV secolo al XX secolo, Firenze 1990.
Toaff, A., Gli ebrei a Città di Castello dal XIV al XVI secolo, Perugia 1975.
Toaff, A., Gli ebrei a Perugia, Perugia 1975.
Toniazzi, M., I “da Camerino”: una famiglia ebraica italiana fra Trecento e Cinquecento, tesi di dottorato presso l’Università di Firenze 2013, Tutor Prof. G. Pinto.
[1] L’ipotesi che insediamenti ebraici vi fossero stati nei pressi di C. in un periodo compreso tra il VI e il X secolo è stata avanzata sulla base di toponimi ebraici (“Castel Giudeo” e “Aia dei Giudei”) nell’Alta Valle del Tevere. Cfr. Fatucchi, A., Toponimi “giudei” ai margini dell’Alta Valle del Tevere, in Atti e memorie dell’Accademia Petrarca di Arezzo, Annuario XVIII, n.s., vol. XI (1979), Studi in onore di Celestino Bruschetti, Cortona 1980, pp. 197-209, citato in Salvadori, R. - Sacchetti, G., Presenze ebraiche nell’Aretino dal XIV al XX secolo,p. 19, n. 1.
[2] Toaff, A., Gli ebrei a Perugia, p. 25.
[3] Toaff, A., Gli ebrei a Città di Castello dal XIV al XVI secolo, p. 4.
[4] Mancini, G., Cortona nel Medioevo, p. 314, citato in Salvadori, R. -Sacchetti, G., op. cit., p. 27, n. 25.
[5] Archivio di Stato di Firenze (ASFi), Capitoli, Appendice, n. 28, cc. 33r-37r, citato in Salvadori, R. - Sacchetti, G., op. cit., p.27, n. 27.
[6] Salvadori, R.-Sacchetti, G., op. cit., p. 33.
[7] Ivi, pp.28-30.
[8] Ivi, p. 31. Per i nominativi di alcuni dei feneratori del periodo in questione, cfr. ivi, pp. 34-35. La fondazione del Monte a C.sarebbe stata la conseguenza della veemente predicazione di Fortunato Coppoli, francescano dell’Osservanza, molto legato a Sisto IV. Cfr. ivi, p. 40 e ibidem, n. 8.
[9] Cfr. Borgolotto, E., Les Juifs à Florence au temps de Cosme l’Ancien, p. 104.
[10] Per una disamina più approfondita delle vicende dei Camerino a Cortona, per tutte le nomine di soci nel banco e per una lunga controversia che vide opporsi in questa località Emanuele di Bonaiuto da Camerino ed un ecclesiastico, si veda Toniazzi, M., I “da Camerino”: una famiglia ebraica italiana fra Trecento e Cinquecento, pp. 112-116.
[11] Freimann, A., Jewish Scribes in Medieval Italy, p. 243; p. 275; riguardo Yequtyel di Shlomoh, cfr. anche Bernheimer, C., Paleografia ebraica, pp. 150-151.
[12] Ciardini, M., I banchieri di Firenze nel sercolo XV e il Monte di Pietà fondato da Girolamo Savonarola, Appendice LXXXV-LXXXVI; cfr. Cassuto, U., Gli ebrei a Firenze nell’età del Rinascimento, p. 199.
[13] Margulies, S.H., La famiglia Abravanel in Italia, pp. 151-152. Il testo dei capitoli concordati per una serie di località, tra cui C., si trova in ASFi, Magistrato Supremo , filza 4449 “Capitoli ebrei”, cc. 20v-39v. Salvadori, R.-Sacchetti, G., op. cit., p. 53; p. 54,n. 3.
[14] Salvadori, R. - Sacchetti, G., op. cit., pp. 58-62.
[15] Cfr. ivi, p. 91; p.150; cfr. Cassuto, EJ. , alla voce “Cortona”.