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Chiusi (קיוזי; קייושי[1] )
Provincia di Siena. Di grande importanza in epoca romana, perché posta sulla via di collegamento tra l’Etruria e Roma, C. fu contesa fra Bizantini e Goti e fu poi sotto il controllo dei Longobardi e dei Carolingi ed in pieno Medioevo cadde più volte in potere di Orvieto.
Un documento del 1512 attesta la presenza di un banco ebraico a C.[2].
Dopo l’abolizione dell’attività feneratizia nello Stato fiorentino, Shlomoh da Poggibonsi aprì un banco a Chiusi, nel territorio dello Stato senese, continuando, probabilmente, ad abitare a Firenze, almeno dopo il 1514[3]: tuttavia, il suo banco di C. venne saccheggiato ed egli, rimasto privo di mezzi, fu costretto a vivere da allora in poi ramingo[4].
Bibliografia
Cassandro, M., Gli ebrei e il prestito ebraico a Siena nel Cinquecento, Milano 1979.
Cassuto, U., Gli ebrei a Firenze nell’età del Rinascimento, Firenze 1918.
Simonsohn, S., L’epistolario di Rav Shelomoh da Poggibonsi (in ebr.), in Qovetz Al Yad, VI (16) 1966, pp. 381-417.
[1] Traslitterazione di “Chiusi” adottata dal rabbino del XVI secolo Shelomoh da Poggibonsi nelle sue lettere, pubblicate da Simonsohn, S., L’epistolario di Rav Shelomoh da Poggibonsi, p. 387.
[2] Archivio di Stato di Siena, Balia, n. 57, cc. 42r-42v (Provvedimento del 23 luglio 1512), citato in Cassandro, M., Gli ebrei e il prestito ebraico a Siena nel Cinquecento, p. 9, n.22. Nello stesso documento qui menzionato, figura anche l’esistenza di un banco a Chianciano.
[3] Cfr. Cassuto, U., Gli ebrei a Firenze nell’età del Rinascimento, p. 335, n. 2.
[4] Cfr. ivi, n. 3. Per le disgraziate vicende di Shelomoh da Poggibonsi, legate al banco chiusano, cfr. Simonsohn, S., op. cit., p. 387 e segg.