San Ginesio

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San Ginesio

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Provincia di Macerata. Insediamento di origine romana, S. fu nel Medioevo dapprima un libero Comune, per essere poi assoggettato dai da Varano, duchi di Camerino, fino alla prima metà del ‘400.

Nel 1409 papa Gregorio XII arruolò 220 armigeri condotti dal guelfo Rodolfo da Varano e dai suoi figli Gentilpandolfo e Berardo e come stipendio assegnò loro il denaro delle tasse da esigersi quell’anno in varie località e comunità ebraiche: il contributo dovuto dai giudei di San Ginesio nel 1408 e 1414 fu di 9.35.0 e di 14.32.2.6 ducati rispettivamente[1]. In merito poi ad un altra imposta dovuta dagli ebrei delle Marche nel 1448, quelli di S. appaiono nella relativa elencazione fra i contribuenti mediocri[2].

Gli israeliti di questa località vengono descritti come comunità ebraica "molto attiva fin dagli inizi del secolo XIV, con scambi con Recanati, Fermo, regno di Napoli e la Toscana"[3] ed anche nel secolo seguente  essi figurano tra i contribuenti alla tassazione papale (1524 e 1535)[4].

Fra i banchieri di S. del '500, nominati nelle carte romane che facevano parte della rete bancaria creata dai correligionari delle Marche[5], si trovano Vivante da Iesi ed i suoi eredi, Manuele di Simone da Monte dell'Olmo (Corridonia), Eliseo di Angelo, i fratelli Abramo, Elia e Leo, figli di Salomone da Poggibonsi (il noto prestatore) e Moyse di Aleuccio dall'Aquila, medico, con i figli Leone e Lazzaro.

In particolare gli interessi familiari di Vivante da Iesi dettero qualche problema a papa Clemente VII. Nel 1530 il pontefice ordinò a Vivante e alla moglie Onorata, nonni di Dionora, figlia del fu Dattilo e di Laura, di portare a compimento quanto era stato stabilito nel contratto di nozze tra la stessa Dionora e Prospero, suo promesso sposo. Il  pontefice comandò, pena una multa di 500 ducati, che Onorata e la figlia Laura affidassero Contissa e Dionora (figlie di Laura) al nonno Vivante, a causa delle seconde nozze della madre[6]

Anche gli ebrei di S. furono cacciati a seguito alla bolla papale del 1569 e dovettero trasferirsi a Roma, Ancona o all'estero.   

Bibliografia

Saffiotti Bernardi, S., Presenze ebraiche nelle Marche: Un caso nella valle del Fiastra, in Atti del XXIII convegno di studi Maceratesi 1987, Macerata 1990, pp. 505-544.

Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, 8 voll., Toronto 1988-1991.

Simonsohn, S., From the Model-Letter Collection of Salomone da Poggibonsi (ebr.),Qovetz al-Yad 6 (16), (1966), pp. 381-417.


[1] Simonsohn, S., The Apostolic See,doc. 579.

[2] Saffiotti Bernardi, S., Presenze ebraiche nelle Marche, p. 514.

[3] Ivi, p. 514 e segg.

[4] Simonsohn, S., op. cit., doc. 1304, 1722, 1732.

[5] Ivi, doc. 1484, 1616, 1664, 1677, 1896, 1897, 2107, 2122, 2467, 2733, 2896. Su Salomone da Poggibonsi si veda Simonsohn, S., Salomone da Poggibonsi, passim. Su Moise si veda Saffiotti Bernardi, S., op. cit., pp. 214s.

[6] Simonsohn, S., The Apostolic See, doc.1472, 1494. Si veda anche doc. 1501.

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