Serravalle a Po

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Serravalle a Po

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Serravalle a Po (סירוואלה)

Provincia di Mantova. Insistendo su di un’area abitata già in epoca etrusca e romana, S. fu nel XIII secolo al centro delle lotte tra Verona e Mantova, in virtù della sua posizione strategica, e dal Quattrocento entrò a far parte dei domini dei Gonzaga.

Il primo accenno ad una presenza ebraica a S. risale al 1508, quando Leone (Yehudah) di Mosè Trabotto-Gallico ricevette il permesso di aprirvi un banco feneratizio[1]. Nel 1540 simile licenza fu concessa a Mosè da Revere, che, insieme a Vita (Chayyim) Massarano, continuò l’attività sino al 1587, quando subentrò Isaia Massarano, rimasto sino al 1594[2]

Il banco restò in funzione anche agli inizi del XVII secolo[3]: i Massarano e i Norsa, infatti, ebbero l’autorizzazione di condurlo sino al 1616[4].  

Tra i banchi ebraici del territorio mantovano che non riuscirono a superare la grave crisi economica creatasi  dopo le infauste vicende legate alla guerra di successione di Mantova, vi fu quello di S. L’ultimo documento che lo riguarda risale al 1639, quando Aronne Melli ed il fratello ricevettero la condotta feneratizia[5]: si chiude con questa testimonianza la documentazione sulla presenza ebraica nella località.

Bibliografia

Margoliouth, G., Catalogue of the Hebrew and Samaritan Manuscripts of the British Museum, London 1905.

Simonsohn, S., The  History of the Jews in the Duchy of Mantua, Jerusalem 1977.


[1] Archivio Gonzaga di Mantova,  Libro dei decreti, 21 agosto 1508, citato in Simonsohn, S., History of  the Jews in the Duchy of Mantua, p. 226, nota 88.

[2] Ibidem. Isaia Massarano, che teneva il banco feneratizio, oltre che a S., anche a Revere e Ostiglia, comprò all’incirca nel 1575 un manoscritto del Mishneh Torah di Maimonide, copiato dal nonno, Isaia di  Giacobbe Massarano (Margoliouth, G., Catalogue of the Hebrew and Samaritan Manuscripts of the British Museum, II, cod. 485, p. 102); Simonsohn, S., op. cit., p. 223, nota 87.

[3] Simonsohn, S., op. cit., p. 229, nota 91.

[4] Nel 1605 ricevettero il permesso di tenere il banco gli eredi di Isaia Massarano, Anselmo (Asher), Graziadio (Hananiel), Crescino (Gershon ) e Salomone,  cui vanno aggiunti Isaia Massarano (il nipote) e Abramo Norsa. Nel 1616 il permesso fu dato a Lazzaro (Eliezer) e Graziadio (Hananiel) e Vitale (Yehiel) Norsa. Ivi, pp. 236-237 (nota).

[5] Ivi, p. 237, nota 110.

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