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Provincia di Reggio Emilia. Posta ad una ventina di km. da Reggio, in pianura, all'incrocio delle strade che vanno a Guastalla, Gonzaga e Carpi, fu sotto la signoria dei Gonzaga dei Modena ed in seguito, passò agli Austriaci.
La presenza ebraica risulta attestata a N. sin dalla fine del XV secolo[1], ed è testimoniata ancora da un documento del 1655, in cui Moisè Lanternaro e Gabriel Orefici[2]. ebrei di N., si rivolgevano al duca, facendogli presente, che al antico con permissione de' superiori s'esercitava una sinagoga in detta terra dove gli Hebrei celebravano i loro uffitii, ma essendosi ritirati gli Hebrei da colà l'anno della guerra , n, più essendovi tornati da tre anni in qua, vendevano la casa dove si esercitava, e questi n'hanno comprata un'altra, dove disidarebbero far esercitare i loro uffitii come facevano i loro antecessori. Il permesso venne accordato e la sinagoga fu attiva sino a che vi fu un gruppo israelitico a N.
Nel 1729 gli ebrei locali fecero richiesta per la riconferma dei privilegi, concessi loro dai Conti e, in particolare, del diritto di affittare le case in cui vivevano. Tra la fine del secolo XVIII e l'inizio del XIX è ricordata la presenza di un Rabbeno.
Anche dopo il passaggio alla Casa d'Austria, gli ebrei qui continuarono a godere dei privilegi concessi loro sotto il governo precedente[3],
Quartiere ebraico
Documenti ottocenteschi attestano l'esistenza di una "contrada del Ghetto" nell'attuale via Vittoria da Capua: ad onta del nome, si ritiene che non si sia trattato di un ghetto vero e proprio, ma di una semplice giudecca. In una casa di questa "contrada" sono conservati affreschi con episodi biblici e stemmi, di cui erano riconoscibili quello dei Norsa (tre teste di moro) e quello della famiglia De Pomis (due leoni con al centro un melo)[4].
Sinagoga
Risulta che una sinagoga esistesse già da diverso tempo a N.: una volta venduto l'edificio dove era ubicata, la nuova sinagoga fu aperta nella seconda metà del XVII secolo, nella contrada del Ghetto (l'attuale via Vittoria da Capua).
Negli anni Settanta del XVIII secolo, il rabbino Beniamino Bassan sollecitò l'aiuto di Mantova per il finanziamento della costruzione di una sinagoga a N., che veniva procrastinato[5].
Cimitero
È rimasta testimonianza di tre cimiteri ebraici: uno, di proprietà della Comunità ebraica dal 1691, ubicato nell'allora contrada Gioco del Pallone (attualmente via del Popolo)[6], uno molto antico, su cui non si hanno a disposizione riferimenti temporali precisi, sito al di là del "Molino di Sopra" e confinante con la "posta Legretti" ed un terzo, presso la Nuova Strada Pubblica (attualmente, via della Costituzione)[7].
Bibliografia
AA.VV., Cultura ebraica in Emilia-Romagna, Rimini 1987.
Balletti, A., Gli ebrei e gli Estensi, Reggio-Emilia 1930.
Luzzati, M. Banchi e insediamenti ebraici nell'Italia centro-settentrionale fra tardo Medioevo e inizi dell'Età moderna, in Vivanti, C. (a cura di) Storia d'Italia, Annali 11, Gli ebrei in Italia, Torino 1996, pp. 175-235.
Roth, C., Stemmi di famiglie ebraiche italiane, in Scritti in memoria di Leone Carpi, Gerusalemme 1967, pp. 165-184.
Simonsohn, S., History of the Jews in the Duchy of Mantua, Jerusalem 1977.
[1] AA.VV., Cultura ebraica in Emilia-Romagna, p. 97. Anche il Luzzati, menzionando i banchi attivi tra la metà del XV secolo e la fine del XVI secolo, ricorda il banco di N.: Luzzati, M., Banchi e insediamenti ebraicic nell'Italia centro-settentrionale, p. 202.
[2] Secondo il Balletti, si tratterebbe della domanda di Moisè Lanternaro e Cadriel orefici [sic]. Balletti, A., Gli ebrei e gli Estensi, p. 100.
[3] Simonsohn, S., Mantua, p. 83.
[4] AA.VV., Cultura ebraica in Emilia-Romagna, p. 26. Dalla descrizione degli stemmi (che, essendo stati gli affreschi ormai imbiancati, non è controllabile) sembrerebbe che si trattasse di una riproduzione incompleta degli stemmi delle due famiglie menzionate. Cfr. Roth, C., Stemmi di famiglie ebraiche italiane, p. 169 e p. 180.
[5] Simonsohn, S., Mantua, p. 455.
[6] Presumibilmente, dato che la presenza ebraica a N. risale ad un'epoca anteriore, vi fu precedentemente un altro cimitero. Cfr. AA.VV. op. cit., p. 97.
[7] Ibidem.