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Una controversia dibattuta tra Elia, vescovo di Troia (1176-1179), e Guglielmo, signore di B., attesta la presenza di ebrei in quel tempo nella località. Secondo il vescovo, Guglielmo aveva approfittato della sua assenza come regio legato in Inghilterra per appropriarsi di diversi diritti, decime e beni che la Chiesa di Troia aveva in loco. Tra i soprusi che Elia rinfacciava a Guglielmo, c’era quello di essersi impossessato, violando le concessioni di Roberto il Guiscardo (1085-1101) e del duca Guglielmo (1111-1127), dei diritti sull’attività dei giudei che risiedevano qui, e che sembra fosse la tintoria. Guglielmo di B. e i suoi seguaci dapprima dissero di non sapere di tale privilegio della Chiesa troiana (Ipsi vero replicantes dixerunt Troianam Ecclesiam in Biccaro Iudeos nunquam ad laborandum affidasse), ma infine cedettero e lo riconobbero (luglio 1177)[1].
Bibliografia
Codice Diplomatico Pugliese, edito da Martin, J.P., Bari 1976.
[1] Codice Diplomatico Pugliese, vol. XXI, edito da Martin, J.P., Bari 1976, pp. 278-285, doc. 94.