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Assalita dai turchi nel 1480, R. era scesa da 61 fuochi a 45. La popolazione riprese ad aumentare, giungendo nel 1510 a 85 fuochi, tra i quali erano compresi 13 fuochi di ebrei. Questi ultimi nel 1511 lasciarono la località in forza del decreto d'espulsione dei giudei dal Viceregno emanato da Ferdinando il Cattolico. L’Università chiese di essere alleggerita del loro carico fiscale, e la richiesta fu finalmente esaudita nel 1520[2]. Dalla lettera della Camera della Sommaria al percettore provinciale sappiamo che gli ebrei erano emigrati a Valona ed in altri centri dell’Adriatico. Al momento della partenza, i loro nuclei familiari erano così composti: Mosè di Lecce con la moglie, Rogerio con la moglie, Gabriele di Lecce con la moglie ed una figlia, Platana Resio con la moglie, Elia con moglie e figli, Salamone con il fratello e la madre, un altro Salamone con la moglie e un figlio, mastro Isacco, Yosè con la moglie e una figlia, Greco di Lecce con la moglie e una figlia, Mayr con la moglie ed i figli, Iacoda con la moglie ed infine Naum vedova, di condizione miserabile, con la figlia sposata.
Bibliografia
Colafemmina, C., Documenti per la storia degli ebrei in Puglia nell’Archivio di Stato di Napoli, Bari 1990.
Ferorelli, N., Gli ebrei nell’Italia meridionale dall’età romana al secolo XVIII, Torino 1915.
Saracino, A., Roca e il Salento, Cavallino di Lecce 1980.
[1] Cfr. Saracino, A., Roca e il Salento, Cavallino di Lecce 1980.
[2] Colafemmina, C., Documenti per la storia degli ebrei in Puglia nell’Archivio di Stato di Napoli, p. 249, doc. 269 (18 febbraio 1512); p. 290. doc. 314 (18 maggio 1518); pp. 292-293, doc. 317 (25 ottobre 1520); Ferorelli, N., Gli ebrei nell’Italia meridionale, p. 219.