Ruvo di Puglia

Titolo

Ruvo di Puglia

Testo

Provincia di Bari. Sito sul primo rilievo della Murgia Bassa, digradante verso la costa adriatica, insiste su di un area abitata già dal Paleolitico. Colonia greca, e poi municipium romano, venne distrutta dai Goti e, una volta riedificata, fu conquistata dai Longobardi e dai saraceni e nell’XI secolo entrò a far parte della contea di Conversano. Divenuto feudo nella seconda metà del XIII secolo, R. dopo alterne vicende nel 1510 venne acquistato dai Carafa, che lo tennero sino al 1806. Sede vescovile dall’XI secolo, nel  1443 fu tassato per 182 fuochi.

 

Il 16 maggio 1465 Anagha de Trano, cittadino di Ruvo, si obbligò a versare a Iacoy de Bitonto o a suo fratello Angelo, anch’essi giudei, la somma di 6 tarì e 11 grana e mezzo quale resto di una obbligazione per acquisto di merci[1]. Il 1 settembre dell’anno seguente Strucchetto de Ruben Bonafossa, cittadino e abitante di Ruvo, si dichiarò debitore nei confronti di Ambrogio Scaraggio e sua moglie Maddalena di Bitonto per un resto di negozi intercorsi tra loro e pose quali fideiussori la propia madre Bonadonna de Ruben e lo zio materno Ianboy de Iacob di Beaucaire[2].

Il 25 luglio 1487 i fratelli Mininno e Iacoy, giudei di Provenza abitanti a Bitonto, fecero quietanza a Salterio Bonafossa di tutto quello che egli doveva al loro defunto padre Masello de Elia per una società che avevano costituito quando abitavano a Corato, a eccezione  del residuo di un debito che aveva contratto a R. sedici o diciassette anni prima[3].

 

 


[1] ASBa, not. Pascarello de Tauris, aa. 1464-65, c. 42r-v.

[2] Ibid., aa. 1466-67. c. 2r.

[3] Ibid., aa. 1486-88, c. 38v.

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