Palo del Colle

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Palo del Colle

Provincia di Bari. Posto sulle prime pendici delle Murge, ad una decina di miglia a Sud-Ovest del capoluogo, nel 1464 fu donato da Ferrante I d’Aragona con il feudo di Bari e con Modugno a Francesco Sforza, duca di Milano. Fece poi parte del ducato di Bari concesso dagli spagnoli ad Isabella d’Aragona (1501) ed ereditato da sua figlia Bona, regina di Polonia (1524–1557). Nel 1443 fu tassato per 131 fuochi e nel 1532 per 527.

La documentazione notarile presenta una notevole densità di negozi gestiti da ebrei, altamente significativa della loro incidenza sull’economia locale[1]. I primi dati (1457, 1459), concernono Masello de Elia, provenzale domiciliato a Bitonto, e gli ebrei baresi Mometto e Chaim de Vivas, titolari di crediti.

Dal 1469 al 1474 la scena economica di P. appare dominata dalla figura di Bengiamin de Iaco, ebreo barese originario di Lecce, presente di persona o mediante suoi agenti. È probabile che egli fosse soprattutto un prestatore di denaro: molti degli atti che lo riguardano, infatti, sono obbligazioni in suo favore per mutui ed il prestito sembra soggiacere anche a tutti quegli atti  in cui non è menzionata la causa del debito. Da notare che talvolta il debito in denaro poteva essere soddisfatto con olio, di cui Bengiamin era pure acquirente e che egli commerciava anche orzo, frumento, buoi, cavalli, stoffe e capi di vestiario. Il 16 marzo 1472 acquistò da Nicola di mastro Nardo una casa con orto e cisterna per l’acqua situata fuori Palo e ne affidò le chiavi al suo agente Giovanni Muscone, che il 2 settembre locò l’abitazione all’ex-proprietario per la somma di un tarì al mese. Nicola di mastro Nardo era attivo nel commercio e la vendita della casa avvenne certamente per soddisfare a una qualche obbligazione: già il 30 giugno 1469 egli si era dichiarato debitore nei confronti di Begiamin per una somma di 3 once  e 13 tarì e mezzo. Ma un negozio particolare (12 agosto 1472) sottoscritto a P. fu quello che vide lo stesso Bengiamin anticipare parte della dote pattuita per il matrimonio di Alfachima, figlia del fu Russelletto e di Allegretta di Santoro, ebrei di Bitonto, con Maimo di Criscimetto di Lecce. Insieme con Bengiamin de Iaco, altri ebrei operavano sulla piazza di P., ma la loro presenza non appare di molto rilievo: Isac Levi, che in molti negozi agiva da procuratore di Bengiamin, e Marzullo Vitale di Bari, Abram de Iacob Levi e un Iosep di Bitonto. È probabile che Abram de Iacob Levi sia da identificarsi con l’omonimo che compare in alcuni atti del 1474, nei quali è detto abitante di Andria[2].

Il 27 gennaio 1499, infine, Ludovico il Moro, che teneva il ducato di Bari in nome del nipote Francesco Sforza, incaricò Francesco Casato, suo ambasciatore a Napoli, di intervenire perché ai suoi soldati che si trovavano a Modugno e a P. fosse concessa una dilazione nel pagamento dei debiti che avevano contratto con gli ebrei[3].

 

Bibliografia

Colafemmina, C., Ebrei e cristiani novelli in Puglia. Le comunità minori, Bari 1991.

De Ceglia, D. - Colafemmina, C., L’attività degli ebrei negli atti notarili del secolo XV di Bitetto e Palo del Colle «Sefer Yuhasin – Bollettino di ricerche sulla storia degli ebrei nell’Italia meridionale», n.s. 2 (2014), pp. 195-237

Simonsohn, S., History of the Jews in the Duchy of Milan, 2 voll., Jerusalem 1977.

 

[1] Colafemmina, C. Ebrei e cristiani novelli in Puglia, pp. 53-56; De Ceglia, D. – Colafemmina, C. L’attività degli ebrei negli atti notarili del secolo XV di Bitetto e Palo del Colle, p. 204.

[2] Colafemmina, C. Ebrei e cristiani novelli in Puglia, pp. 55-58; De Ceglia, D. – Colafemmina, C. L’attività degli ebrei negli atti notarili del secolo XV di Bitetto e Palo del Colle, p. 205.

[3] Simonsohn, S., History of the Jews in the Duchy of Milan, II, pp. 938-940, doc. 2277.

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