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Nel 1190 Clemente III avrebbe concesso all’arciprete e al capitolo di F. i diritti sulla comunità ebraica e la tintoria e sui mercanti ebrei forestieri (iudecam, tintoriam et plateaticum de Iudeis extraneis). La concessione è un falso, e tale la dichiarò già Clemente VI nel 1347, confezionato per giustificare le aspirazioni autonomistiche di F. nei confronti del seggio episcopale di Troia. Il documento tramanda però dati storici certi, che erano oggetto appunto della pseudo-concessione, tra cui quelli sulla presenza e le attività dei giudei nei secoli XII-XIII[1].
La documentazione sulla presenza degli ebrei è, comunque, assai scarsa. Nel 1294 le pressioni proselitistiche degli Angioini portarono dieci di loro ad abbracciare il cristianesimo, ed è probabile che queste conversioni abbiano segnato la fine dell’antica comunità[2].
In epoca aragonese abitava a F. Bonomo iudeo de Barlecta, al quale il re aveva concesso per i suoi meriti e i suoi servigi il privilegio di familiarità: il 6 agosto 1463 Ferrante I ordinò al capitano della città di osservare integramente in suo favore il detto privilegio[3].
Bibliografia
Codice Diplomatico Pugliese, edito da Martin, J.P., Bari 1976.
Colafemmina, C., Documenti per la storia degli ebrei in Puglia e nel Mezzogiorno nella Biblioteca Comunale di Bitonto, in Sefer Yuhasin 9 (1993), pp. 19-44.
Ferorelli, N., Gli ebrei nell’Italia meridionale dall’età romana al secolo XVIII, Torino 1915.