Castellaneta

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Castellaneta

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Provincia di Taranto. Posto sull’Appia Antica, il centro storico è circondato per due terzi da una delle più grandiose valli d’erosione (gravina) della Murgia. Sede vescovile dal 1088, nel 1443 era tassata per 490 fuochi.

 

C. conservò la memoria degli ebrei che avevano abitato tra le sue mura nel toponimo medievale la Iodeca, riconoscibile in quello di Via Giudea, ancora oggi ufficialmente in uso. Non abbiamo però finora notizie degli israeliti, ma solo dei numerosi neofiti che da essi discesero. Sappiamo che la conversione al cristianesimo avvenne sotto gli Angioini: in un documento del 1434, infatti, si parla di terre appartenenti agli eredi del defunto Balsamo neophido[1].

Un  Helia de Licio neophito de Castellaneto fu nel 1455 condannato ad una multa di 2 tarì e 10 grani per avere proferito ingiurie nei confronto di un Marco de Pinto[2]:  il neofita è certamente da identificarsi con l’Elya Nicolai de Licio proprietario di una casa all’interno della  Iodeca di C. nel 1465[3]. I convertiti locali sono ricordati come gruppo, insieme a quelli di Taranto, Monopoli, Martina, Altamura e Ostuni, in una lettera di remissione generale di qualsiasi crimine commesso fino alla data dello stesso privilegio, ossia il 22 luglio 1467[4]. Nel 1470, inoltre, cinque neofiti che si erano trasferiti ad Altamura ottennero, su richiesta della città del loro nuovo domicilio, di non essere tassati per i beni che ancora possedevano in C.[5].

Giulio, Adriano e Benedetto de C. sono presenti tra i cristiani novelli di Altamura nel 1510, al momento della prima espulsione dal Regno dei giudei e dei neofiti decretata da Ferdinando il Cattolico. Un Desiderio e un Orlando de C. sono, nella stessa epoca, annoverati invece tra i cristiani novelli di Monopoli e, in forza della prammatica di espulsione, anch’essi furono costretti  ad allontanarsi. Desiderio, tuttavia, non se la sentì di abbandonare del tutto la regione e si fermò a Brindisi, mentre Orlando emigrò a Salonicco insieme ai neofiti di Monopoli Prospero de Oliviero, Annibale Scasizaro e Annibale Romaniello[6].

 

 

Bibliografia

 

Colafemmina, C., Documenti per la storia degli ebrei in Puglia nell’Archivio di Stato di Napoli, Bari 1990.

Colafemmina, C., Ebrei e cristiani novelli in Puglia. Le comunità minori, Bari 1991.

Mastrobuono, E., Castellaneta dalla metà del sec. XIV all’inizio del XVI e il Principato di Taranto, Bari 1978.

 


[1]Mastrobuono, E., Castellaneta dalla metà del sec. XIV all’inizio del XVI e il Principato di Taranto, p. 364.

[2] Colafemmina, C., Ebrei e cristiani novelli in Puglia, pp. 173-174.

[3] Cfr. Colafemmina, C.,  La “Giudea” di Castellaneta, pp. 22-24, doc. I (2 giugno 1465).

[4] Codice Diplomatico Barese 12, p. 473, doc. 316, nota 2.

[5] Ibid., p. 475, doc. 317.

[6] Colafemmina, C., Documenti per la storia degli ebrei in Puglia, pp. 283-284, doc. 309; pp. 287-289, doc. 312; Id:,  Ebrei e cristiani novelli in Puglia, p. 175.

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