Carbonara di Bari

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Carbonara di Bari

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Provincia di Bari. Sorse nel Medioevo, nei pressi  dell’antica Ceglie del Campo[1] e fu comune autonomo fino al 1928, quando venne aggregata sotto forma di frazione a Bari. Dal 1970 è un quartiere del capoluogo. Nel 1532 era tassata per 74 fuochi.

 

Nel XIII secolo c’era a C. una comunità ebraica, alcuni membri della quale nel 1294 si fecero cristiani sotto la spinta del proselitismo angioino[2]. Nel 1301 il neofita Gualtiero di C., abitante a Bari, e la moglie Romana, chiamati prima del battesimo rispettivamente Mosè di Manuele e Scira, donarono se stessi e i loro beni alla Basilica di S. Nicola di Bari ed inoltre, a beneficio delle loro anime, s’impegnarono a versare, vita natural durante, 1 augustale d’oro in ciascuna delle due feste annuali del santo. Lo stesso Gualtiero di C. nel 1302 assistette in un’analoga donazione, quale mundualdo, la sorella Iummata, già Saracena, moglie del neofita Recupero, già Iosep di Dattoli[3]. La donazione dei beni  alla potente Basilica era un sotterfugio per salvaguardarli da sequestri e confische da parte dell’Inquisizione nell’eventualità, non infrequente, di processi per apostasia o cripto-giudaismo, mentre per la Basilica il vantaggio immediato proveniente dalle donazioni era costituito dalla somma che gli offerenti si impegnavano a versare annualmente  in onore del santo.

Nei secoli XV-XVI privati e Università ricorsero per prestiti agli ebrei della vicina Bari. L’Università nel 1537 si obbligò a versare a Salamone Zizo e a Matassa di Elia di Brescia 63 ducati e mezzo, motivando il debito con l’acquisto di 10 libbre e 4 once di argento costituito da monete rotte (de carlenis ruptis) e nel 1539 la stessa dichiarò di avere ricevuto a titolo di puro mutuo da Abraham Carti la somma di 80 ducati, dando in pegno tutti i proventi delle gabelle e dei dazi.

 

Bibliografia

 

Colafemmina, C., La Basilica e gli Ebrei, in AA. VV.,  San Nicola di Bari e la sua Basilica. Culto, arte, tradizione, Milano 1987.

Colafemmina, C. – Dibenedetto, G., (a cura di), Gli Ebrei di Terra di Bari durante il Viceregno spagnolo. Saggio di ricerche archivistiche, Bari 2003.

De Marinis, G., Memorie storiche di Carbonara di Bari, Monopoli 1896.

Ferorelli, N., Gli ebrei nell’Italia meridionale dall’età romana al secolo XVIII, Torino 1915.

Lavermicocca, G. - Colafemmina, C., Bari, Carbonara, in Taras 8 (1988).

 

 


[1]De Marinis, G., Memorie storiche di Carbonara di Bari, Monopoli 1896. A ebrei abitanti nella finitima Ceglie doveva appartenere una necropoli rinvenuta nel 1988, con tombe orientate in senso est-ovest e di cui una, dedicata a una  Aster, era contrassegnata da una  menorah.  La necropoli sembra databile ai secoli VII-VIII a.C. (Cfr. Lavermicocca, G. - Colafemmina, C., Bari, Carbonara, in Taras 8 (1988), pp. 99-100; JIWE, I, 136.

[2]Ferorelli, N., Gli ebrei nell’Italia meridionale, p. 46.

[3] Codice Diplomatico Barese, XIII, pp. 152-153, doc. 103 ; 175-177, doc. 116.

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