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Guglielmo II ( 1166-1189) donò al vescovo di Ascoli i diritti provenienti dalle merci (plateatico) che i giudei e i chierici di Ascoli e di C. vendevano nel territorio della diocesi. La donazione fu confermata da Federico II nel 1226 e da Carlo d'Angiò nel 1280[1].
Nel 1495 risultano proprietari di beni a C. il neofita Ioanne Maria e i suoi fratelli, per i quali l'università di Barletta chiese a Carlo VIII di Francia, che aveva invaso il regno di Napoli, che potessero conservare i propri beni ed esigere i propri crediti[2]. Si trattava certamente di un noto gruppo familiare che abitava ad Ascoli e che si era rifugiato a Barletta, dove era passato al cattolicesimo sotto la spinta conversionistica provocata dall'invasione francese[3].
Bibliografia
Colafemmina, C., Ebrei e cristiani novelli in Puglia. Le comunità minori, Bari 1991.
Huillard-Bréholles, J.L.A., Historia diplomatica Friderici Secundi, Parigi 1852.
Loffredo, S., Storia di Barletta, 2 voll., Trani 1893.
Ughelli, F., Italia sacra, 9 voll., Roma 1643-1662.