Teano

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Teano

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Provincia di Caserta. Sorge sulle pendici del massiccio vulcanico di Roccamonfina, sulla Via Latina, e fu sede di una contea longobarda dipendente da Capua e nel 981 contea indipendente. Città demaniale con Federico II di Svevia, successivamente fu una feudo delle grandi famiglie Marzano, Carafa, Borgia e Caetani. Sede vescovile[1], nel 1443 era tassata per 1129 fuochi e nel 1521 per 1079.

 

Di una presenza ebraica a T. nella prima metà del X secolo potrebbe essere traccia la carta di vendita di un fanciullo, avvenuta in quel tempo nella città da parte di un ebreo anonimo a un  Imelgari filio Imuni, ricordata in un elenco di documenti la cui proprietà l’abate di Montecassino rivendicò dinanzi al giudice Landoari nel febbraio 940[2].

Nel XIII secolo una comunità ebraica era certamente presente nella città ed espletava i propri obblighi fiscali nel 1276 e nel 1277 insieme alla popolazione cristiana, con la quale gli ebrei erano conteggiati sotto un’unica voce:  Theanum cum Iudeis[3].

Il proselitismo degli Angioini guadagnò neofiti nel 1294 anche a T., ma già nel 1313, e poi nel 1332, i giudei compaiono di nuovo tra i contribuenti della città[4].

Nel 1452 –in epoca aragonese - un Ventura de Liucio de T. era uno degli esattori ufficiali del donativo di 1.000 ducati richiesto da Alfonso I d’Aragona agli ebrei per la conferma del privilegio di prestare ad interesse[5].

Nel 1469 gli ebrei di T., appellandosi ad alcuni capitoli concessi alle comunità del Regno, si rifiutarono di pagare la tassa del sale ed altre imposte, ma la Camera della Sommaria, su ricorso della città, affermò che essi non potevano godere di privilegi maggiori di quelli goduti dai cristiani e ordinò che assolvessero agli obblighi fiscali comuni. Gli ebrei, tuttavia, erano esenti dal pagare tasse per le attività che svolgevano e tale esenzione fu ricordata nel 1478 a favore di Sabatuzo di mastro Vitale di Marzano, con l’ordine, appunto, di non sottoporlo a tassazione per le sue industrie e di trattarlo in materia fiscale come erano trattati i correligionari delle vicine città di Sessa e di T.[6].

Nel 1486, infine,  Abraham de Pedimonte de T. era debitore nei confronti della Regia Corte, per la tassa dovuta dagli ebrei del Regno, della somma di 230 ducati[7].

 

Bibliografia

 

Broccoli, M., Teano Sidicino sacro, antico e moderno, Napoli 1922-1925.

Colafemmina, C., Documenti per la storia degli ebrei in Campania (II), in «Sefer Yuhasin» 3 (1987), pp. 74-79.

Ferorelli, N.,  Gli ebrei nell'Italia meridionale dall'età romana al secolo XVIII, Torino 1915.

Martin, J.-M.  -  Cuozzo, E.  Documents inédits ou peu connus des archives du Mont-Cassin (VIIIe-Xe siècle), in Mélanges de l’école française de Rome, 1991, Volume 103, Numéro 1.

Mazzoleni, J. (a cura di), Il  «Codice Chigi». Un registro  della cancelleria di Alfonso I d’Aragona re di Napoli per gli anni 1451-1453 , Napoli 1965.

 


[1] Cfr. Broccoli, M., Teano Sidicino sacro, antico e moderno, Napoli 1922-1925.

[2] Martin, J.-M.  -  Cuozzo, E.  Documents inédits ou peu connus des archives du Mont-Cassin (VIIIe-Xe siècle), pp. 189, 192.

[3] RCA, XLVI, Napoli 2002, pp. 181, 257, 293. 301.

[4] Ferorelli, N., Gli ebrei nell'Italia meridionale, pp. 55, 61-62; Lucarelli, Notizie e documenti, pp. XXX-XXXV.

[5] Mazzoleni, J. ( a cura di ), Il “Codice Chigi”, pp. 332-333, n. 333.

[6] Colafemmina, C., Documenti per la storia degli ebrei in Campania (II), pp. 74-76, docc. 17-18.

[7] ASNa, Sommaria, Petizioni e significatorie dei relevi 7, fol. 147v.

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