Apice

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Apice

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Apice  ( אפיצי)

Provincia di Benevento. Posto sulla sommità di un dosso dell’Appennino Sannita, alla destra del fiume Calore, fu sede di Contea con i Normanni (1186). Nel 1417 venne conquistato da Attendolo Sforza al quale fu tolto nel 1435 da Alfonso d’Aragona, che lo diede ai Guevara. Fu poi di dominio regio e della famiglia da Tocco. Nel 1443 era tassato per 345 fuochi e nel 1494 per 425.

 

La più antica testimonianza degli ebrei ad A. è finora costituita da un manoscritto attualmente conservato a Parigi (Bibliothèque Nationale, ms. héb. 926)[1]. Il codice, trascritto nel 1472 da Yequtiel ben Mosè da Roma, contiene tre Commenti medi  di Averroè alla Logica  di Aristotele (Categorie, Interpretazione, Analitici primi) nella traduzione ebraica di Yaqob Abba Mari Anatoli (1232) e la  Summa  logica  di Pietro Ispano (+1277) nella traduzione di Abraham Avigdor (1367-93). Alla fine della prima sezione, il copista scrisse: «È stato completato il commento agli  Analitici primi  di Aristotele per mano di Yequtiel figlio del defunto  Mosè da Roma, qui in Apice, distante sei miglia da Benevento, e l’ho copiato per l’onorato maestro  Emanuel, figlio di messer Beniamin. Fu completato il 13 luglio  dell’anno 232 (=1472), secondo il computo minore».

Tra gli israeliti di A. ci sono noti un Consiglio e un Vitale: il primo ottenne due volte dalla Camera della Sommaria, nel 1492 e nel 1493, di non essere costretto al pagamento di contributi straordinari imposti dalle autorità locali,  mentre per il secondo, che era commerciante in grani e farine, nel 1492 la Sommaria ordinò che gli fossero concessi gli stessi privilegi fiscali dei suoi concittadini per gli affari che trattava con il proprio denaro e che fosse, invece, sottoposto al regime doganale ordinario per le merci e gli affari che trattava con denaro datogli da forestieri[2].

Per l’età vicereale ci è noto un Ioan Battista figlio di Abramo ebreo, fattosi cristiano qui e poi andato a Benevento, dove nel 1560 le autorità gli assegnarono un ducato in elemosina[3].

 

Bibliografia

 

Colafemmina, C., Documenti per la storia degli ebrei in Campania (III), in  Sefer Yuhasin 4 (1988).

Sirat, C. - Beit-Arie, M. - Glatzer, M., Manuscrits médiévaux en caractères hébraïques portant des indications de date jusqu’à 1540, Jerusalem-Paris 1986.

Zazo, A., Giulio del Sindico e i suoi tempi, in Samnium 40 (1967).


[1] Sirat, C. - Beit-Arie, M. - Glatzer, M., Manuscrits médiévaux en caractères hébraïques portant des indications de date jusqu’à 1540, III, 6.

[2] Colafemmina, C., Documenti per la storia degli ebrei in Campania (III), pp. 128-129, 132, docc. 29, 31, 36.

[3]Zazo, A., Giulio del Sindico e i suoi tempi, p. 16.

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