Feltre

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Feltre

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Feltre  (פלטרה)

Provincia di Belluno. Di origine antichissima, è sita sul versante meridionale di uno sprone del Monte Tecla. Nota sin dall’epoca romana con il nome di Feltria (o Feltriae), fu sotto la signoria dei da Camino, poi degli Scaligeri e fu occupata, nel 1336, da Carlo IV di Boemia, che la cedette a Ludovico re d’Ungheria e da questi fu offerta a Francesco di Carrara, che la dette, a propria volta, ai duchi d’Austria. Nel 1404, F. cadde sotto il dominio di Venezia. Al tempo della guerra di Cambrai fu messa a ferro e fuoco dall’esercito imperiale nel 1509 e nel 1510, ma nel 1512 risorse per opera di Venezia, di cui seguì le sorti, sino alla caduta.    

Nel 1420 un gruppo di feneratori ebrei era attivo a F., e tra di essi vi era un tale Salomone. All’epoca gli ebrei abitavano nel borgo Ognissanti nella casa della Zuecca: in questa zona, infatti, fu trovato un capitello decorato con probabili simboli ebraici.

Nel 1474 Donato Tomitano, padre di Bernardino da Feltre, chiese con grande veemenza l’espulsione degli ebrei dalla città, provocando il progressivo abbandono della località da parte di questi ultimi.

Dai diari di Marin Sanuto si apprende che al tempo dell’invasione del Veneto ad opera delle truppe imperiali, degli ebrei di Belluno erano migrati a F. per stipularvi dei patti per una condotta[1].

Negli anni Novanta del XV secolo, Bernardino da Feltre predicò a F., soprattutto contro i cattivi costumi[2] e nel 1542 Andrea Crico stanziò 1.000 ducati per creare qui un Monte di Pietà[3].

Un piccolo nucleo ebraico doveva essere rimasto a F., come attesta la notizia che il vescovo e conte della città, Filippo Campeis, permise nel 1578 ad un figlio del fu Lazzaro di Bologna, di sposarsi in seconde nozze, poiché la prima moglie, Anna del fu Jacopo Scaletta, era sterile. 

Bibliografia

Pullan, B., Rich and Poor in Renaissance Venice, Oxford 1971.


[1] Sanuto, M., Diari, a cura di. Rinaldo Fulin e altri (58 voll.), Venezia 1879–1903, VIII vol., coll. 305, 340, 344, 355-6, 376, 393, 410, 418, 548, 550, citato in Pullan, B., Rich and Poor in Renaissance Venice, p. 446, nota 17.     

[2] Pullan, B., op. cit., p. 457.

[3] Ivi, p. 581.

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