Rende

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Rende

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Rende ( רינדא)

Provincia di Cosenza. Il nucleo antico sorge su di un colle che si leva tra le valli dei torrenti Surdo ed Emoli, a una decina di km dal capoluogo. Fu contea degli Adorno (1445-1532) e marchesato degli Alarçon Mendoza della Valle fino al 1806[1].  Nel 1443 era tassata, insieme ai suoi casali, per 324 fuochi e nel 1532 per 571.

 

Di  un antico banco di prestito, la cui esistenza risalirebbe almeno agli anni intorno al 1420, si ha notizia da un documento del 1451. Nell’agosto di quell’anno, infatti, Alfonso d’Aragona ordinò al capitano di R. di fare restituire all’ebreo Samuele Catalano di quella terra i beni sequestratigli a richiesta di Moise da Barono di Rossano per una vertenza che quest’ultimo aveva  cominciato con il fratello Zaga da oltre trent’anni a causa di mercanzie, argento e altre robe ricevute in pegno e della cui soluzione  Samuele si era fatto fideiussore[2].  Due altre controversie sono, poi, documentate nel 1454: la prima era partita da una denuncia del banchiere cosentino Antonio de Beccuti contro Davide di R. per la mancata solvenza di alcuni prestiti per un totale di 270 ducati e si concluse con un comune accordo tra le parti, mentre  la seconda vide come attore lo stesso banchiere contro un altro ebreo di R., Mosè Spataro, per un debito contratto con il padre di Antonio, Urbano, per un totale di cinque libbra di seta (il banchiere reclamava anche il resto di un altro debito per la vendita di due canne di panni veronesi)[3].

Nel 1489 la comunità di R., insieme alle altre della regione, presentò ricorso nei confronti del tesoriere di Calabria, Vincilao de Campitello, che pretendeva di costringere anche gli ebrei a contribuire ad alcuni pagamenti straordinari. La Camera della Sommaria accolse il ricorso e ordinò al tesoriere di esimerli da tali contributi, pagando già essi, oltre le tasse ordinarie, anche la loro quota del contributo straordinario di 6.000 ducati imposto agli ebrei del Regno. Un altro intervento a loro favore lo ottennero anche nel dicembre 1494, quando la Sommaria ordinò all’esattore Leonardo de Marco di chiedere per le spese connesse con il proprio incarico solo 3 carlini al giorno, e non i 5 che egli pretendeva[4].

Come di costume, gli ebrei di R. non mancavano di interessi culturali. Nel 1483 Salomone lo Scriba b. Samuele Laghes vi copiò per il figlio Samuele il commento di Isaia da Trani il Giovane al trattato mishnico  Hullin, e sempre qui, o nella vicina Cosenza, lo stesso copista riprodusse per Shabbetai b. Mosè il commento di Rashi  al Pentateuco[5].

Nel 1511 gli ebrei e i cristiani novelli che abitavano a R. dovettero esulare, in forza delle prammatiche di espulsione emanate da Ferdinando il Cattolico, nuovo sovrano del regno di Napoli, e le autorità locali si affrettarono a chiederne la cancellazione dai ruoli fiscali. La richiesta fu accolta, previo accertamento da parte dell’esattore provinciale della loro effettiva partenza[6].

Gli ebrei lasciarono di certo R., ma è dubbio che lo abbiano fatto i cristiani novelli. Perché gli atti notarili attestano, tra il 1517 e il 1532, numerosi neofiti abitanti in questa località e proprietari di case e di terre. Alcuni di loro avevano l’abitazione nell’antico quartiere ebraico, la Judeca, sito a ridosso delle mura, come il neofita Francesco Spagnolo, il quale possedeva anche tre casupole dirùte in Arcavàcata, casale di R., che nel 1532 vendette per 6 ducati al convertito Giovanni Battista Cristiano[7].

Il nome del quartiere dove abitavano gli ebrei è ancora vivo a R. nella tradizione locale e per lungo tempo lo è stato anche ufficialmente nello stradario con il toponimo Via Giudecca, che, intorno al 1986, fu cambiato in  Via C. Battisti.

 

 

Bibliografia

 

AA.VV ( a cura di), Fonti Aragonesi, Napoli 1957-1990.

Colafemmina, C.,  Per la storia degli ebrei in Calabria. Saggi e documenti, Soveria Mannelli 1996.

Fonte, F., Rende nella sua cronistoria, Chiaravalle Centrale 1976.

Freimann, A., Jewish Scribes in Medieval Italy, in A. Marx Jubilee Volume. English Section,  New York 1950.

Pellicano Castagna, M., Storia dei feudi e dei titoli nobiliari della Calabria, Catanzaro Lido 2002.

Rizzo, T., Spigolature archivistiche sugli ebrei a Cosenza e nel Cosentino, in Sefer Yuhasin 18-19 (2002-2003).

 

 

 

 

 


[1]Fonte, F., Rende nella sua cronistoria, Chiaravalle Centrale 1976; Pellicano Castagna, M., Storia dei feudi e dei titoli nobiliari della Calabria, IV, pp. 201-212.

[2] Fonti aragonesi, II, a cura di E. Pontieri, Napoli 1961, pp. 110-113, n. 19.

[3] ASNa, Sommaria, Dipendenze I,  vol. 631, foll. 2, 44.

[4]Colafemmina, C.,  Per la storia degli ebrei in Calabria. Saggi e documenti, pp. 117-118, doc. 23; p. 144, doc. 60.

[5] Freimann, A.,  Jewish Scribes in Medieval Italy, p, 322, n. 480.

[6] Colafemmina, C., Per la storia degli ebrei in Calabria, p. 156, doc. 73 ( 9 febbraio 1512).

[7] Cfr. Rizzo, T., Spigolature archivistiche sugli ebrei a Cosenza e nel Cosentino, pp. 36-37.

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