Regina

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Regina

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Provincia di Cosenza. Borgo situato su di uno sperone, alla falde della Serra Pantanolata, nel Basso Medioevo era chiamato anche La Regina e La Reina efu nel XV secolo dei Sanseverino di Bisignano e dal 1592 dei Pignatelli di Cerchiara.

Oggi è frazione del comune di Lattarico[1]. Nel 1443 era tassata per 83 fuochi, nel 1494 per 224.

 

La presenza ebraica a R. aveva radici assai antiche. Nel registro fiscale del 1268-69 essa era conteggiata per quattro fuochi, ma il numero doveva essere maggiore (gli ebrei di Cosenza erano tassati nello stesso registro per otto fuochi)[2].  

Non si hanno per ora notizie sulle vicende degli ebrei di R. quando imperversò il proselitismo angioino, alla fine del XIII secolo, ma è probabile che anche nella località ci siano state conversioni al cristianesimo.

Le notizie sugli israeliti riprendono nell’età aragonese: nel 1488 la comunità ricorse  contro il tesoriere provinciale che voleva costringerla al pagamento di contributi straordinari, probabilmente per il rafforzamento delle mura. La Camera della Sommaria accolse il ricorso e in data 6 agosto 1488 ordinò al tesoriere di non costringere gli ebrei ad alcun pagamento straordinario, pagando già essi le tasse ordinarie (sali e fuochi) e la loro parte del contributo straordinario di 6.000 ducati imposto ai giudei del Regno. L’ordine fu rinnovato l’anno seguente, non avendo il tesoriere obbedito, e nel 1493 ci fu un altro tentativo di imporre alla comunità tasse indebite, ma anche questa volta la Sommaria intervenne a suo favore. Forse riguardava materia fiscale anche il memoriale presentato dall’ebreo Saul Profeta: da notare che oltre alle tasse dovute allo stato, gli ebrei di R. pagavano al signore del luogo, il principe di Bisignano, 6 tarì l’anno per il casalinaggio, una specie di fitto sulle case o sui loro suoli[3].

L’espulsione generale ordinata nel 1510 da Ferdinando il Cattolico, coinvolse anche i cristiani novelli di R.: essi lasciarono la località e le autorità si affrettarono a chiederne la cancellazione dai ruoli fiscali. La Camera della Sommaria accolse la richiesta e nel dicembre 1511 ordinò al tesoriere di Calabria Citra di inviare diligenti informazioni sul numero degli esuli e sulla data in cui erano partiti. Nel 1518 la stessa Camera ripetè la richiesta di informazioni per i cristiani novelliAlfonso Catalano e Pietosa, o Carmosina, de Mastrangelo, mentre per il neofita Salvatore de La Regina, abitante nella vicina Cosenza, l’espulsione era stata sospesa nel 1515 avendo egli affermato di essere sposato da tempo con una donna di ceppo cristiano antico[4].

È certamente ascrivibile a R. una ketubbah calabrese, datata 13 Av 5217 (= 3 agosto 1457)[5], conservata nella British Library di Londra. La pergamena è mutila sul lato sinistro, che il rilegatore ritagliò secondo i suoi bisogni. Della data topica rimangono le lettere LRyy...(...לריי), che conducono a La Reina, una variante medievale, come si è detto, del nome di R. L’individuazione è confermata dall’appartenenza all’area linguistica della Calabria centrale dei nomi degli elementi dotali in volgare traslitterati in ebraico nel documento. Il nome della sposa era Peninah figlia di Mar Iosef, mentre quello dello sposo si è perduto nella recisione della pergamena, ma sappiamo che era figlio di uno Shlomo. 

 

 

Bibliografia

 

AA.VV. (a cura di), I registri della Cancelleria Angioina, Napoli 1950-2010.

Colafemmina, C., I “cristiani novelli” in Calabria, in Chiesa e Società nel Mezzogiorno, in Studi in onore di Maria Mariotti, a cura di P. Borzomati et alii Soveria Mannelli 1998, II, pp. 847-864.

Colafemmina, c., Per la storia degli ebrei in Calabria. Saggi e documenti,  Soveria Mannelli 1996

Pellicano Castagna, M., Storia dei Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria, Catanzaro Lido 2002.


[1]Pellicano Castagna, M., Storia dei Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria, IV, pp. 197-200.

[2] RCA II, p. 223. Si veda anche, per il 1277: RCA XVII, 57-58, n. 101.

[3] Colafemmina, C., Per la storia degli ebrei in Calabria, pp. 116-118, 128-129; ASNa, Sommaria, Partium 40, fol. 201v; Diversi II 69.

[4]Colafemmina, C., I “cristiani novelli”, pp. 861-864; ASNa, Collaterale, Partium  12, fol. 104r-v.

[5] Or. 12376 b. La trascrizione dell’intero documento  si deve alla generosa cortesia del prof. Shlomo Simonsohn, che qui si ringrazia di cuore.

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