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Provincia di Catanzaro. Situato nel margine settentrionale della piana di Sant’Eufemia, su un dosso tra il torrente Piazza e la fiumara Canne, il centro è di origine bizantina e prosperò sotto i Normanni e gli Svevi. Fu città regia sotto gli Angioini, passando in seguito ai Caracciolo (1415) e ai D’Aquino (1608). Sede vescovile, nel 1443 era tassata, insieme con il casale di Sambiase, per 505 fuochi e nel 1494 per 485. Con Sambiase e Sant’Eufemia costituisce dal 1968 il vasto comune di Lamezia Terme[1].
Nel 1276 N. e i suoi casali contribuirono alla tassazione generale con 72 once, 22 tarì e 4 grani, i giudei della città con 3 tarì e 12 grani. Questi ultimi parteciparono nello stesso anno alla tassa per la distribuzione della nuova moneta coniata dalla zecca di Brindisi con 1 tarì e 6 grani ed i cristiani con 26 once, 12 tarì e 18 grani e nel 1277 la tassazione generale rimase invariata per entrambi i gruppi[2].
Le notizie sugli ebrei in questa località riprendono alla fine dell’età aragonese. Nel 1498, su esposto di Marcantonio Caracciolo, conte di N. (1496-1515), la Camera della Sommaria ordinò al tesoriere di Calabria di non costringere gli ebrei che abitavano nella città a pagare, per alcuni correligionari che si erano assentati, la tassa di un carlino a fuoco imposta di recente sugli israeliti, perché il contributo dovuto dagli emigrati doveva essere esatto nei luoghi in cui essi attualmente abitavano. Nella lettera vengono dati i loro nomi e quelli dei nuovi domicili: Mastro Abramonte Bosa ed i figli erano andati a Squillace, Muscia de Midichi a Belcastro, Salamone a Crotone e Storca Cavallo a Castiglione[3].
N. patì per le guerre che opposero dapprima gli aragonesi ai francesi e poi gli spagnoli a questi ultimi tra la fine del XV secolo e gli inizi del XVI, al punto che il percettore nel 1503 non riuscì a recuperare dai giudei del luogo alcuni residui fiscali degli anni 1500-1502. Nel 1503 la comunità era costituita da quattro nuclei familiari, i cui contributi fiscali assommavano a sei ducati, ma neppure questa volta il percettore ne registrò la riscossione. Nel 1508 essa era composta ancora di quattro fuochi, i cui contributi furono versati in più rate, una delle quali per mano di Salamone Scrivano. Nello stesso anno i giudei di N. e quelli di Sant’Eufemia versarono insieme tre ducati quale quota del donativo di 450 ducati imposto nel 1507 dal Viceré ai giudei di Calabria[4].
Nel 1511 gli ebrei, che nell’ultimo censimento erano stati annoverati con la popolazione di N., lasciarono tutti la città in forza del decreto di espulsione emanato da Ferdinando il Cattolico ed andarono fuori dal Regno. Per non doverne sopportare il carico fiscale, le autorità locali chiesero alla Camera della Sommaria la loro cancellazione dal novero degli abitanti[5].
Secondo la tradizione, la judeca, ossia il quartiere degli ebrei, era nel borgo, posto tra i torrenti Barisco e Canne, ed era denominato Timpone[6].
Bibliografia
Colafemmina, C., Per la storia degli ebrei in Calabria. Saggi e documenti, Soveria Mannelli 1996.
Cubellis, M. (a cura di), I Registri della Cancelleria Angioina, Napoli 2002.
De Fazio, G., La chiesa di S. Agazio al Timpone di Nicastro. Cronaca di un restauro, Cosenza 2006.
Mazza, F. ( a cura di), Lamezia Terme. Storia, cultura, economia, Soveria Mannelli 2002.
Pellicano Castagna, M., Storia dei feudi e dei titoli nobiliari della Calabria, Catanzaro Lido 1999.
Valente, G., Dizionario bibliografico, biografico, geografico e storico della Calabria, Chiaravalle Centrale 1991.
Villella, V., La Judeca di Nicastro e la storia degli Ebrei in Calabria, Lamezia Terme 2004.
[1]Pellicano Castagna, M., Storia dei feudi e dei titoli nobiliari della Calabria, III, pp. 301-317; Mazza, F. ( a cura di), Lamezia Terme. Storia, cultura, economia, Soveria Mannelli 2002.
[2] I Registri della Cancelleria Angioina, XLVI, a cura di Cubellis, M., Napoli 2002, pp. 205-06, 229-30, 308. Valente, G. (Dizionario bibliografico, biografico, geografico e storico della Calabria, p. 669) calcola in 3637 abitanti, di cui 6 ebrei, la popolazione di Nicastro nel 1276.
[3]Colafemmina, C., Per la storia degli ebrei in Calabria. Saggi e documenti, Soveria Mannelli 1996, pp. 61-62, doc. 12. L’ultima località è da identificarsi certamente con Castiglione Marittimo, poco distante da Nicastro. Nel 1443 era tassato per 100 fuochi.
[4]ASNa, Sommaria, Tesorieri e percettori 4064.
[5]ASNa, Sommaria, Partium 79, f. 39r. Un’opinione recente vuole che gli ebrei abitassero a Nicastro nel borgo Timpone. L’opinione è stata dimostrata priva di qualsiasi fondamento. Cfr. De Fazio, G., La chiesa di S. Agazio al Timpone di Nicastro. Cronaca di un restauro. Con una nota di A. Milano Ebrei a perdere ?, Cosenza 2006.
[6]Cfr. Villella, V., La Judeca di Nicastro e la storia degli Ebrei in Calabria, pp. 30, 64.