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L’11 dicembre 1441 Alfonso I d’Aragona ordinò ai portolani e ad altri ufficiali di Calabria di permettere a Carlo Ruffo, conte di Sinopoli, di esigere la tassa della mortafa (ius morthafa Iudeorum) e le altre ragioni fiscali dei giudei di tutte le sue terre, tra cui C.[2].
Un registro superstite della dogana locale documenta il movimento di ebrei che si servirono di quel porto nel 1478 per attraversare nei due sensi lo Stretto ed i generi di merce che trafficavano. Esportarono lino Simento di Messina e Mosè di Terranova, velluto e cotone colorato Vita Sacerdote di Messina, cotone colorato e carta Ysac Sacerdote di Messina, somari Iosep Sacerdote di Messina e Samuele di Siracusa, zafferano Gaiuzo di Terranova, barili Gentile Musico di Messina e merci non specificate Mosè di Terranova, Abramo di Terranova e Mardoc di Messina. Importarono panni e altre merci Ysac Sacerdote di Messina, cotone colorato Vita Sacerdote di Messina, scarpe Chuchuni di Messina, merci non specificate Nisi di Messina, Abramo di Terranova, Abramo Dari di Messina e Abramo di Messina.
Un frammento di registro del 1480-81 documenta l’esportazione di un asino da parte di Muse de la Rayna (Regina) e di due asini da parte di Simento di Messina. Importarono, invece, suole Yami di Fiumara di Muro e merce non specificata Gauyello di Terranova[3].
Bibliografia
AA.VV ( a cura di), Fonti Aragonesi, Napoli 1957-1990.
Pontieri, E., La Calabria a metà del secolo XV e le rivolte di Antonio Centelles, Napoli 1963.
Valente, G., Dizionario dei luoghi della Calabria, Chiaravalle Centrale 1973.