Titolo
Testo
Nella prima metà del XV secolo è attestata a T. una comunità ebraica. Il documento che ne parla, datato 23 febbraio 1451, riguarda un atto di ritorsione compiuto ai danni di un giudeo dal capitano della cittadina. Questi, infatti, aveva tolto al giudeo un mulo per rappresaglia contro un danno di pari valore causato da un altro giudeo, nei confronti del quale il danneggiato, non si sa per quale motivo, non era in grado di rivalersi. Il proprietario del mulo ricorse al viceré di Calabria, Francisco de Siscar, il quale intervenne a suo favore. Appoggiandosi alla sentenza biblica (Ezechiele 18, 20), secondo cui il figlio non deve portare l’iniquità del padre, e quindi a maggiore ragione quella di chi gli è estraneo, il viceré ordinò al capitano di restituire il mulo al giudeo innocente, sotto pena di una multa di 50 once. Nel caso il capitano avesse avuto motivo di procedere contro qualche membro della locale comunità giudaica, avrebbe dovuto denunciare il colpevole alla corte vicereale o al capitano della comunità giudaica (iudayca), ed avrebbe ottenuto pronta giustizia. Latore della lettera fu il giudeo Abramo de Gabriele, al cui rapporto sulla vicenda il viceré avrebbe dato piena fede[1].
Bibliografia
AA.VV ( a cura di), Fonti Aragonesi, Napoli 1957-1990.
Colafemmina, C., Presenza ebraica nel Marchesato di Crotone, in Studi Storici Meridionali, 9 (1989), pp.287-308.
[1] Fonti aragonesi , II, p. 53; Colafemmina, C., Presenza ebraica nel Marchesato, pp. 290.