Terranova Sappo Minulio

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Terranova Sappo Minulio

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Provincia di Reggio Calabria. T. era edificata sopra una lunga e stretta altura, sul margine sud-orientale della Piana di Gioia, alla sinistra del torrente Marro. Fu con i Carracciolo di Gerace (1426-1457), Marino Correale (1458-1501) e i de Cordova (1502- 1558) il centro di uno dei più vasti complessi feudali di Calabria. Nel 1443 era tassata, con i suoi casali, per 1001 fuochi e nel 1532 per 1214. Il terremoto del 1783 la distrusse interamente e gli sparuti superstiti la riedificarono su di un piano più alto dello stesso colle. Nel 1864 prese la denominazione attuale di T. Sappo Minùlio[1].

 

Il 1 gennaio 1458 Alfonso I d’Aragona concesse a Marino Correale di Sorrento la contea di T. con ogni specie di giurisdizione su tutti i suoi abitanti cristiani e giudei e di qualsiasi altra fede. Degli ebrei di Terranova sono noti nel 1465 Santo, Marasco – multato per pascolo abusivo con la sua mandra -, Salomon Davi, Baracha medico, Yosia de Lazaro e nel 1477-1478 i piccoli mercanti Mosè, Gaiuzo e Abramo[2].

Nel 1494 la Camera della Sommaria ordinò al Tesoriere di Calabria di non esigere dai  giudei di T. la tassa di un tarì a fuoco imposta per le fortificazioni, perché essi erano stati dichiarati esenti. Nel 1506 la stessa Camera ordinò di non molestare la comunità per la somma di 86 ducati e 10 grani, residui dei contributi fiscali dovuti per l’anno della IV indizione (settembre 1500-agosto 1501)  e della VI indizione (settembre 1502-agosto 1503). Consalvo de Cordova, infatti, a motivo delle rovine prodotte dalla guerra nella contrada, aveva concesso all’università di T. la remissione di tutti i contributi fiscali residui sino al dicembre 1505 e la Camera aveva deciso che di essa dovessero beneficiare anche i giudei. In quel periodo la comunità era costituita da 27 fuochi.[3]

Nel 1510 Ferdinando il Cattolico ordinò l’espulsione dei giudei e dei cristiani novelli dal regno di Napoli. Il  16 ottobre 1512 la Sommaria ingiunse al tesoriere provincialedi dedurre dal carico fiscale di T. gli ebrei che avevano lasciato la città in forza dell’espulsione. I fuochi emigrati erano 61 e di essi viene fornito l’elenco nominativo. Dovevano essere tolti dai ruoli fiscali anche i fuochi di  Leo Scarpato e Sabatino de Graziano e quello del cristiano novello Antonio de Messina che erano deceduti prima dell’espulsione[4].

 

Bibliografia

 

Colafemmina, C., Per la storia degli ebrei in Calabria. Saggi e documenti, Soveria Mannelli 1996.

La Rosa, G.,  Profilo storico dell’antica Terranova, Roma 1983.

Prati, F.,  Mocta Sideronis. Storia del feudo di Siderno, Gerace 1912.

 

 

 


[1]La Rosa, G.,  Profilo storico dell’antica Terranova, Roma 1983.

[2] Prati, F.,  Mocta Sideronis. Storia del feudo di Siderno, p. 21; ASNa, Serra di Gerace, Busta KKK; Dipendenze della Sommaria I, 611/2.

[3] ASNa, Sommaria,  Partium 40, 135r-v; 68, 9v. Colafemmina, C., Per la storia degli ebrei in Calabria. Saggi e documenti, p. 92.

[4] ASNa, Sommaria, Partium 80, 66r-67v.

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