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Nel 1270 Carlo I d’Angiò ordinò che i cristiani e i giudei di S. e di Nicotera risarcissero un danno di 136 once d’oro subìto a Monteleone dal suo milite Pietro di Monteleone, già ebreo con il nome di Giacomo Francigena, nel corso della guerra con Corradino di Svevia[2].
Nel 1276 i giudei di S. contribuirono alla tassazione generale con 1 oncia, 1 tarì e 12 grani, mentre i cristiani lo fecero con 100 once, 7 tarì e 16 grani. I primi parteciparono nello stesso anno anche alla tassa per la distribuzione della nuova moneta coniata dalla zecca di Brindisi e nel 1277 il loro apporto alla tassazione generale scese a 1 tarì e 16 grani, mentre quello dei cristiani rimase invariato[3].
Tra gli ebrei di S. nel periodo angioino sono noti Israel Sacerdote, che nel 1422 si trasferì con la famiglia a Termini, in Sicilia, e il medico Giuda Raffato, al quale nel 1424 Ludovico III d’Angiò concesse la facoltà, previo esame, di esercitare l’arte medica nel ducato di Calabria[4].
Nel 1484 - sotto gli Aragonesi – la Camera della Sommaria ordinò al tesoriere provinciale di esigere i contributi fiscali di alcuni fuochi che si erano allontanati da S. nei loro nuovi domicili. Fra di essi c’erano quello di Salamon iudeus, che si era trasferito a Reggio, e quello di Sabato iudio, la cui nuova residenza la locale Università fu incaricata di scoprire, soddisfacendo nel frattempo ai suoi oneri.
Ebrei siciliani affluirono a S. in seguito all’espulsione del 1492 e nel 1493 la Camera della Sommaria ordinò alle autorità di esentare gli ebrei dal pagamento di alcuni dazi che esse avevano imposto per soddisfare ai pagamenti fiscali, dal momento che gli israeliti di quella terra pagavano ogni anno separatamente dai cristiani i contributi che dovevano alla Regia Corte. Poiché l’Università non obbedì, l’ordine fu reiterato, su ricorso degli ebrei, in data 10 aprile 1494. Una decina di giorni dopo, invece, la Sommaria intervenne nei confronti della giudecca, che aveva promesso di dare a mastro Ieremia Coyno, giudeo di Sicilia abitante a S., la somma di 10 ducati per il disbrigo in Napoli di alcune faccende riguardanti la comunità, ma che si era rifiutata poi di onorare la promessa. La Camera ordinò al locale capitano di convocare le parti, ascoltarne le ragioni e giudicare secondo giustizia[5].
La discesa in Italia di Carlo VIII nel 1494 alla conquista di Napoli mise in allarme anche il gruppo ebraico di S., e, nel timore di essere saccheggiato dai francesi, Bernardo Russu inviò in Sicilia alcuni effetti personali ed altre robe, di cui reclamò la restituzione dopo la conversione[6].
Agli inizi del Viceregno spagnolo, la comunità locale era composta di 23 fuochi, che 1508 non pagarono le tasse ordinarie perché fruirono della franchigia fiscale concessa alla città. Essi furono, però, assoggettati al pagamento di 9 ducati quale quota del donativo di 450 ducati imposto dal Viceré ai giudei di Calabria, somma che il percettore non riuscì a riscuotere a causa della loro povertà (è da ricordare, infatti, che proprio nei pressi di S. nel 1495 e nel 1503 furono combattute due importanti battaglie tra francesi e spagnoli, vinte ambedue dai secondi). Il percettore del 1509, comunque, riuscì a riscuotere i 9 ducati del donativo[7].
Nel 1511 i neofiti e gli ebrei residenti a S. emigrarono in forza dell’editto di espulsione generale emanato da Ferdinando il Cattolico, nuovo sovrano del Regno, e le autorità locali ne chiesero la cancellazione dai ruoli fiscali[8].
Bibliografia
AA.VV. (a cura di), I registri della Cancelleria Angioina, Napoli 1950-2010.
Colafemmina, C., Per la storia degli ebrei in Calabria. Saggi e documenti, Soveria Mannelli 1996.
Dito, O., La storia calabrese e la dimora degli ebrei in Calabria dal secolo V alla seconda metà del secolo XVI, Rocca S. Casciano 1916.
Scandaliato, A., Nuovi documenti sugli ebrei di Termini Imerese nel XV secolo, in Sefer Yuhasin 14-15 (1998-1999).
Valente, G., Dizionario dei luoghi della Calabria, Chiaravalle C. 1973.
Zeldes, N., “The Former Jews of this Kingdom”. Sicilian Converts after the Expulsion, 1492-1516, Leiden 2003.
[1]Valente, G., Dizionario dei luoghi della Calabria, II, pp. 1006-1009.
[2]I Registri della Cancelleria Angioina, VI, Napoli 1970, p. 5 n. 175; Dito, O., La storia calabrese e la dimora degli ebrei in Calabria dal secolo V alla seconda metà del secolo XVI, p. 160.
[3]I Registri della Cancelleria Angioina, XLVI, a cura di M. Cubellis, Napoli 2002, pp. 207, 231, 310.
[4]Scandaliato, A., Nuovi documenti sugli ebrei di Termini Imerese nel XV secolo, p. 26, doc. 2; I Registri della Cancelleria Angioina, XXXIV, Napoli, a cura di I. Orefice, p. 33, n. 170.
[5]Colafemmina, C., Per la storia degli ebrei in Calabria. Saggi e documenti, pp. 109-110, doc. 15; pp. 126-127, doc. 34; p. 135, doc. 47; ASNa, Sommaria, Partium 40, f. 184v.
[6]Zeldes, N., “The Former Jews of this Kingdom”. Sicilian Converts after the Expulsion, 1492-1516, pp. 29-30.
[7] ASNa, Sommaria, Tesorieri e percettori, 4064.
[8]Colafemmina, C., Per la storia degli ebrei in Calabria cit., p. 157, doc. 74 (12 giugno 1512).