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Città regia, nel 1443, insieme a Cardeto, era tassata per 365 fuochi e nel 1532 per 649[1].
La guerra tra spagnoli e francesi che divampò nel Reggino tra la fine del secolo XV e gli inizi del XVI sconvolse anche la comunità ebraica di S. ed il percettore non riuscì a riscuotere i residui fiscali degli anni 1500-1501 da essa dovuti. Nel 1503 la Iudeca era composta di dieci fuochi, ma il commissario inviato per l’esazione delle tasse fu ricacciato indietro dagli abitanti del luogo, i quali addussero a giustificazione del rifiuto la fedeltà serbata alla corona. Nel 1508 la giudecca risultava ancora numerata per dieci fuochi, ma il percettore riuscì a riscuotere parzialmente solo i contributi di alcuni, annotando che la maggior parte del gruppo era emigrata. Ma si trattò certamente di un sotterfugio per non pagare le tasse, perché l’esattore degli anni seguenti (1509 e 1510) riuscì a riscuotere le somme morose. Nel 1509, comunque, un mastro Pietro neofita risultava trasferito da S. a Reggio Calabria[2].
Nel 1511 gli ebrei di S. emigrarono in forza dell’editto di espulsione generale emanato da Ferdinando il Cattolico, nuovo sovrano del Regno, e la città ne chiese la cancellazione dai ruoli fiscali[3].
Bibliografia
Bertucci, A., Da Sant’Agata a Gallina. Notizie di Storia e di Cronaca della Città Regia, Vibo Valentia 1983.
Colafemmina, C., Gli ebrei nella Calabria meridionale, in Leanza, S. (a cura di), Calabria cristiana. Società Religione Cultura nel territorio della Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, Soveria Mannelli 1991.
Colafemmina, C., Per la storia degli Ebrei in Calabria. Saggi e documenti, Soveria Mannelli 1996.
[1] Cfr. Bertucci, A., Da Sant’Agata a Gallina. Notizie di Storia e di Cronaca della Città Regia. Vol. I, Dalle origini al 1818, Vibo Valentia 1983.
[2] Colafemmina, C., Per la storia degli Ebrei in Calabria. Saggi e documenti, pp. 87-88, 92; ASNa, Sommaria, Tesorieri e percettori 4064; Licterarum deductionum foculariorum 1, f. 68r.
[3] Colafemmina, C., Gli ebrei nella Calabria meridionale, pp. 181, 190, doc. 4 (27 ottobre 1511).