Potenza

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Potenza

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Capoluogo dell’omonima provincia, in Basilicata, situata sulla lunga dorsale di un colle che si eleva nell’alta valle del Basento. Intorno al nucleo antico si sono sviluppati, specie a nord e a sud, i quartieri moderni. Sede vescovile dal V secolo, nel 1443 fu tassata per 377 fuochi.

 

Un frammento calcareo, che era stato utilizzato per il muro di sostegno di un terreno sito in Via Appia, 163, reca inciso un candelabro a sette bracci; a destra dello stelo è incisa  una I, lettera superstite di una iscrizione che doveva trovarsi probabilmente racchiusa tra due candelabri simmetrici. Il frammento indicava forse l’area sepolcrale dei giudei di P. nei secoli V-VI, epoca a cui rimanda la forma del candelabro, con riscontri nelle catacombe ebraiche di Venosa[1]. L’appartenenza del pezzo a P. non sembra soggetta a dubbi, anche se si deve rilevare che non si conoscono il luogo e le modalità del suo rinvenimento.

Le notizie sulla presenza ebraica in questa località sono, però, finora scarsissime. Forse era un neofita il Guglielmo de Habraam che nel 1204 fece da testimone  alla vendita di un terreno eseguita da un Giovanni in favore del figlio Elia[2].  Originari della stessa città erano probabilmente anche i due neofiti Germano e Guglielmo di P. abitanti a Salerno, ai quali nel 1316  re Roberto d’Angiò rilasciò il permesso di porto d’armi proibite[3].

Sappiamo, invece, che nei primi decenni del XIV secolo c’era qui una comunità ebraica, ricostituitasi dopo la crisi angioina, attiva nella tintura dei tessuti. In un ricorso presentato al re nel 1322, il vescovo di P., infatti, disse di possedere, insieme alle case nel borgo e a tutte le botteghe della piazza, il macello, la decima sulla baiulazione e la tintoria dei giudei (tintoria iudaica civitatis predicte)[4].

 

Bibliografia

 

Caggese, R.,  Roberto d’Angiò e i suoi tempi, Firenze 1922.

Colafemmina, C., Tre iscrizioni ebraiche inedite di Venosa e Potenza, in Vetera Christianorum 20 (1983), pp. 443-448.

Ferorelli, N., Gli ebrei nell’Italia meridionale dall’età romana al secolo XVIII, Torino 1915.

 


[1] Colafemmina, C., Tre iscrizioni ebraiche inedite, pp. 445-447; JIWE, I, p. 150, n. 117.

[2] Colafemmina, C., Presenze ebraiche in Lucania, p. 58.

[3] Ferorelli, N., Gli ebrei nell’Italia meridionale, p. 56.

[4] Caggese, R., Roberto d’Angiò e i suoi tempi, I, p. 462.

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