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Agira (San Filippo d'Argirò) si trova circa 30 chilometri a nord-est di Castrogiovanni (l’odierna Enna), in Val di Noto. Il sito, abitato già in epoca preistorica, ospitò una fiorente città nel XIIsecolo a.C., e,mentre nel periodo arabo vide il sorgere di un castello, in epoca aragonese entrò a far parte del demanio regio. La prima notizia della presenza ebraica ad A. risale al 1383, anno in cui a Maestro Giacobbe Medui, medico ebreo del luogo, venne ridata la licenza di esercitare, della quale egli aveva smarrito il documento originale. La comunità ebraica, invece, è ricordata solo dal 1450-51, quando compare in una lista stilata per raccogliere le tasse destinate a finanziare la composizione successiva alle accuse mosse alle comunità siciliane dal commissario apostolico Jacob Xarchi.
Tassata anche negli anni seguenti, quella di A. era una delle più piccole comunità ebraiche della regione, il cui solo lascito materiale è il portale dell’ hechal (santuario) della sinagoga, che, recante una dedica in ebraico del 1453-54, è attualmente conservato nella chiesa di San Salvatore, non lontano dall’oratorio e dalla Giudecca[1].
[1]Colafemmina, San Filippo d'Argirò, p. 195 e segg.; Rocco, Sinagoga quattrocentesca di Agira, p. 129 e segg.; Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 1213, 2946, 3071, 5766. L'iscrizione è il versetto di Isaia 2:5 בית יעקב לכו ונלכה באור ה'. Sui rapporti degli ebrei con l'autorità, con le istituzioni comunitarie ed altri aspetti si veda la voce relativa alla città di Palermo.