Motta San Giovanni

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Motta San Giovanni

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Motta San Giovanni

Provincia di Reggio Calabria. Esistente già in epoca romana, M. si sviluppò, però, particolarmente solo nel secolo XVI, a seguito della distruzione di Santo Nocito, di cui in precedenza era stata un casale. Appartenne così ai d’Aragona, a Giovanni Minutolo, a Tommaso Marquett, ai Villadicane e a Mario Joppolo, fino a pervenire, nel Seicento, ai Ruffo di Bagnara Calabra, che la tennero sino all’abolizione del feudalesimo. Comune del cantone reggino, ai tempi della Repubblica Partenopea, fu dapprima inclusa tra le università del governo di Sant’Agata e poi trasferita nella giurisdizione di Sant’Agata in Gallina, assorbendo anche Pellaro.

La iudeca di M. è attestata esplicitamente in un registro fiscale del 1503, anno in cui essa, costituita da 7 fuochi, doveva 7 denari, 1 tarì e 14 grani e mezzo (somma che non era stato possibile riscuotere a causa delle guerre), più un residuo mensurature salis di 7 grani[1]. Nel 1508 i fuochi erano rimasti gli stessi, tassati per 10 denari, 2 tarì e 10 grani: il nucleo ebraico risultava allora godere della stessa immunità concessa a quella terra e, per quanto riguardava il donativo di 450 ducati imposto a tutta la Calabria Ultra, esso contribuiva con 4 denari, 2 tarì e 10 grani[2].

Il gruppo israelitico era ancora presente nel 1509, quando da una parte si ribadiva che esso era distinto nei pagamenti delle tasse da quello cristiano[3] e dall’altra si diceva che due suoi membri, Jacob Muscato e Simento Siculo, si erano ormai spostati rispettivamente a Stalattì e a Terranova[4].

Queste, allo stato attuale della ricerca, le notizie a nostra disposizione sulla presenza ebraica nella località.
 

Bibliografia

Colafemmina, C., The Jews in Calabria, Leiden-Boston 2012.

 

[1] Colafemmina, C., The Jews in Calabria, doc. 418.

[2] Ivi, doc. 444.

[3] Ivi, doc. 452.

[4] Ivi, doc. 453.

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