Isernia

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Isernia

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E’ l’antica Aesernia, città dei Sanniti Pentri; l’apertura in epoca romana di una via, forse la Minucia, che da Benevento raggiungeva Corfinio e univa quindi l’Appia alla Valeria, fece della città un nodo stradale importante. Annessa alla contea di Molise durante il dominio normanno, fu terra regia nel periodo svevo. Successivamente passò ai d'Angiò e nel corso del Quattrocento fu dichiarata città regia da Alfonso I D’Aragona. Nel 1970 fu elevata a capoluogo di provincia. Nel 1443 era tassata per 395 fuochi, nel 1521 per 424. Sede vescovile dal V secolo.[1]

Nel 1423 Giovanna II concesse a Benedetto Angelo di Todi e a Mosè di Abramo dell’Aquila la facoltà di abitare e commerciare in diverse località dell’Abruzzo e ad Isernia.[2] Posta in una zona fortemente sismica, la città subì nel 1456 un forte terremoto. Nel tragico evento, molti abitanti perirono e anche alcuni giudei. Le popolazioni dei paesi vicini – ma anche concittadini e ufficiali regi - si precipitarono a saccheggiare le case rovinate, asportando da quelle dei giudei anche i molti pegni che vi erano custoditi. La città chiese al re  che inviasse un commissario con facoltà di procedere contro i saccheggiatori e di costringerli con ogni mezzo alla restituzione del maltolto.[3]

Negli anni ’80 del XV secolo aveva in Isernia  un banco di prestito Abram de Daniele di Piedimonte. Alla sua morte, Mele di mastro Moyse de Benevento, tutore dei beni e dei figli del defunto, concesse in fitto ad Angelo de Gaudio di Traetto (attuale Minturno) il banco, il cui valore in pegni, robe e denaro ascendeva a 800 ducati. Il contratto avvenne in Napoli il 15 aprile 1483; Angelo de Gaudio, che era cognato del defunto Abramo, affermò che era amministratore del banco dal tempo in cui viveva il congiunto e la durata del fitto, stabilita in quattro anni a partire dal 1 marzo 1482, comportava l’annuo estaglio di 120 ducati, che egli avrebbe consegnato alla fine di ogni anno in Napoli al tutore Mele.[4]

Bibliografia: A. Leone (a cura di), Napoli. Francesco Pappacoda 1483, Napoli 2001; S. Silvestri, Gli ebrei nel regno di Napoli durante la dominazione aragonese, in “Campania sacra” 18 (1987), pp. 21-77.


[1]A, M. Mattei, Isernia, una città ricca di storia, Cassino 1989.

[2] C.M.Riccio, Studi storici fatti sopra 84  Registri Angioini dell’Archivio di Stato di Napoli, Napoli 1876, p. 92.

[3] P. Gentile,  Il terremoto del 1456 in alcuni luoghi di Terra di Lavoro, in “Archivio Storico per le Province Napoletane” 35 (1910), pp. 668-669.

[4] ASNa, Prot. Not Francesco Pappacoda, a.  1483, cc. 117-118.

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