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Frazione del Comune di Gonars, nel distretto di Palma, in provincia di Udine. Situato nei pressi della fortezza di Palma, O. era una sorta di enclave austriaca in territorio veneto.
La presenza ebraica a O. è attestata da rogiti notarili dei tardi anni Settanta del XVII secolo, dai quali risulta essersi insediato in loco tale Gratianus Sayach, definito nel 1577 hebreus de gentis ... villae Anthoniani[1], cui alcuni correligionari di Tapogliano[2] - i fratelli Simon, Aron ed Isach – dimoranti in quel periodo a O., affidavano il loro banco feneratizio[3]. A partire da questa data, e sino all'inizio del XVII secolo, la presenza ebraica proseguì, come risulta dai cospicui prestiti che il comune di O. ottenne dagli israeliti[4]. Dagli anni Venti del XVII secolo, sino al seguente, si segnalò la presenza della famiglia Morpurgo di Gradisca[5] e della famiglia d'Angeli o degli Angeli, proveniente presumibilmente da Venezia o da Isola d'Istria[6]. Da un contratto matrimoniale, risulta che fosse rabbino a O., all'incirca in questo periodo, Mario Morpurgh, mentre dal testamento di Ricca Morpurgo si evince l'esistenza di un oratorio a O., ubicato, nel 1673, nella sua casa[7]. Per quanto riguarda le abitazioni, risulta che gli ebrei di O. venissero definiti incola nei documenti e abitassero, senza particolari problemi, in mezzo alla popolazione cristiana, che vendeva loro le case, alquanto modeste[8].
Le attività degli ebrei di O., oltre al prestito, consistevano nel commercio di cereali, vino e bestiame, cui si sarebbe aggiunta, nel XVIII secolo, la trattura della seta e la vendita in territorio veneto di cotone e seta austriaci, nonché di merci di provenienza triestina[9]. Dopo il fallimento del tentativo, risalente alla metà del Settecento, di limitare il nucleo ebraico di O. ai soli Morpurgo, privilegiati come Hofjuden, costringendo gli altri a recarsi nel ghetto di Gradisca, la presenza ebraica aumentò, grazie allo stanziarsi dei Luzzatto e dei Pincherle (anch'essi Hofjuden) e, dopo la ricondotta, dei Sullam[10]. Un caso di conversione fu registrato nel 1732, quando David di Salvador Benedetto del fu Lustro Pincherle si convertì al cristianesimo, assumendo il nome di Giuseppe Filippo Renati, con cui fu noto in seguito a Udine, come fondatore dell' "Istituto Renati" per l'educazione degli orfani[11]. Dal censimento indetto nel 1777, dopo l'arrivo nel gradiscano degli ebrei cacciati dal dominio veneziano, risulta che a O. ne risiedevano 12 (6 uomini e 6 donne)[12].
Bibliografia
Del Bianco Cotrozzi, M., La Comunità ebraica di Gradisca d'Isonzo,Udine 1983.
Del Bianco Cotrozzi, M., La vita privata degli ebrei nei territori italiani della casa d'Austria e del Friuli veneto in età moderna, in Todeschini, G.- Ioly Zorattini, P.C. (a cura di), Il mondo ebraico. Gli ebrei tra Italia nord-orientale e Impero asburgico dal Medioevo all'Età contemporanea, Pordenone 1991, pp. 181-213.
Ioly Zorattini, P.C., Il prestito ebraico nella fortezza di Palma nel secolo XVII, in Studistorici Luigi Simeoni XXXIII (1983), pp. 271-276.
Morpurgo, E., La famiglia Morpurgo di Gradisca sull'Isonzo 1585-1885, Padova 1909.
[1] Archivio di Stato di Gorizia, A. Not, serie notai, not. Durastante Leoncini, b. 2, fasc. 27, c. 7 v., citato in Del Bianco Cotrozzi, M., La vita privata degli ebrei nei territori italiani della casa d'Austria e nel Friuli Veneto in età moderna, p. 204, nota 14. La presenza a O. del Sayach nel 1577 è menzionata anche da Ioly Zorattini, P.C., Il prestito ebraico nella fortezza di Palma nel secolo XVII, p. 272, nota 5.
[2] A Tapogliano, vicino a Fiumicello, nel gradiscano, risulta attestata nel 1578 l'attività feneratizia di Isach zudio e fratelli, con tutta probabilità da identificarsi con i gestori del banco di O. Del Bianco Cotrozzi, M., La Comunità ebraica di Gradisca d'Isonzo, p. 81 e p. 151.
[3] Del Bianco Cotrozzi, M., La vita privata degli ebrei nei territori italiani, p. 186.
[4] Archivio di Stato di Gorizia, A. Not., serie notai, not. Durastante Leoncini, b. 2, fasc. 28, cc. 39 r e v; Archivio di Stato di Trieste, C.R. Governo per il Litorale in Trieste, Atti amministrativi di Gorizia (1754-1783), b. 7, fasc. 59, cc.n.n. (17-5-1628), documentazione riportata in copia notarile, citata in ivi, pp. 204-205, nota16.
[5] Ivi, p. 186. Il Morpurgo, probabilmente in mancanza della documentazione attualmente a disposizione degli studiosi, presumeva che la presenza del ramo gradiscano della famiglia a O. risalisse al XVIII secolo. Morpurgo, E., La famiglia Morpurgo di Gradisca sull'Isonzo, p. 39, nota 3.
[6] Del Bianco Cotrozzi, M., La vita privata degli ebrei, p. 186.
[7] Ivi, p. 191; p. 198.
[8] Ivi, pp. 194-195.
[9] Ivi, p. 187.
[10] Ivi, pp.186-187.
[11] Del Bianco Cotrozzi, M., La Comunità ebraica di Gradisca d'Isonzo, p. 103; Morpurgo, E.,op. cit., p. 39, nota 3.
[12] Ivi, p. 23.