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Provincia di Udine. Posta sulle ultime propaggini delle Prealpi Giulie, allo sbocco della valle del Natisone, sulla via che conduce nel medio Isonzo, prese il nome di Forum Iulii da Giulio Cesare, che ne fece un centro militare (54 a.C. circa). Secondo un'altra fonte, tuttavia, sarebbe stata fondata dai Galli, nel 183 a.C.[1] Dopo essere divenuta Ducato longobardo e, quindi, sede del Patriarcato di Aquileia, nel X secolo fece parte della Marca
Veronese e della Marca Aquileiana. Dal 1137 al 1302, l'intera regione (che si estendeva da Gorizia ad Aquileia, fino alle alpi Carniche) fu chiamata Forum Iulii, ed ebbe come
capitale, dal 1302, Civitas Sibidatum (in seguito, presumibilmente, Cividale)[2]. Il Comune fu sempre soggetto al Patriarca, sino al 1420. Dalla fine del XIV secolo ai primi decenni del XV, C. fu in conflitto con Udine, che cercava di divenire capitale della provincia. Dopo la perdita di Tolmino, nodo commerciale transalpino di grande importanza, cominciò a decadere e nel 1553 ottenne di separarsi dalla luogotenenza di Udine e di essere governata direttamente da Venezia, mediante un provveditore. Durante il periodo veneziano fu un notevole centro di studi, ma perse importanza dal '600 in poi. Nel periodo napoleonico fu una delle quattro vice-prefetture nelle quali si divideva il dipartimento del Passeriano.
Nonostante la leggenda di una presunta antichissima origine della Comunità ebraica di C., originata dall'errata datazione attribuita ad una lapide funeraria rinvenuta in loco[3], notizie documentate sulla presenza ebraica risalgono solo al XIII secolo. Nel 1273 alcune famiglie ebraiche risultavano essere sotto la protezione della famiglia cristiana Portis[4] e sappiamo che, più in generale, nel Duecento C. era il centro askenazita più importante della regione e, dalla prima meta del secolo, vi si trovava un tribunale rabbinico[5]. Attestazioni dell'attività feneratizia, esercitatavi da ebrei tedeschi, risalgono poi agli ultimi decenni del secolo[6] e la presenza ebraica è confermata dalle fonti notarili. Presumibilmente a causa della buona posizione raggiunta dalla Comunità di C., ebrei, provenienti da altre località, vi presero dimora, talvolta incontrando, come nel 1307, forte opposizione da parte di coloro che si erano insediati in precedenza[7]. Secondo una fonte ottocentesca, nel 1321 la città di C., avendo tratto vantaggio dal prestito ebraico, iniziò a
proteggere gli israeliti[8], ai quali però, nel 1336, fu proibito di portare a termine la costruzione della nuova sinagoga, dietro l'accusa di profanare immagini cristiane durante i lavori[9].
Il testo della prima condotta che ci sia rimasto risale al 1349 e riguarda i patti stipulati con Simonello di Bonomo di Laybach (ora Lubjana), Daniele di Geremia da Gorizia e Dado di Abramo, i quali ultimi due compaiono nello stesso periodo anche tra i feneratori di Venzone[10]. Nel 1398 è attestata un'altra condotta concessa dal Comune ad ebrei tedeschi[11],
tuttavia si ritiene che, se non già dalla fine del XIV, sicuramente nel XV secolo la Comunità ebraica di C. Avesse iniziato la sua decadenza, e fosse stata soppiantata da Treviso come centro dell'ebraismo askenazita del Veneto, ivi compresi i territori del Friuli e di Trieste[12]. Una testimonianza del 1483 accenna alla presenza ebraica a C., in questo periodo. Nel 1494 fu istituito il Monte di Pietà e, pertanto, agli ebrei fu proibito il prestito[13]. Nel 1509 gli ebrei vennero accusati di essersi recati a Feltre per offrire all'Imperatore Massimiliano la capitolazione e la Repubblica Veneta stabilì, stanti le accuse, di procedere ad un'inchiesta e di confiscare i beni di coloro che fossero risultati colpevoli: sull'esito di tale inchiesta non ci sono rimasti documenti[14]. Nel 1568 gli israeliti festeggiavano il millennio della loro (presunta) permanenza a C.[15], ma nel 1572, dietro pressioni del Consiglio cittadino, che si opponeva alla presenza ebraica, il governo di Venezia prestando orecchio alle lagnanze contro l'usura eccessiva (oscillante dal 25% al 40%, contro il divieto di superare il 10%)[16], emise un ordine di espulsione da C., che, presumibilmente, non venne eseguito, dato che anche negli anni seguenti veniva segnalata una presenza ebraica nella località[17]. Nel 1575 si aprì il "caso" di Gioanbattista Cividin, ebreo cividalese convertito al cristianesimo, accusato di atteggiamenti irriverenti e di miscredenza nei confronti della religione cristiana, nonché di giudaizzare e
di esercitare illegalmente l'attività feneratizia. Dal suo interrogatorio risultò che, invece, aveva a sua volta dovuto far ricorso al banco di prestito di Jacob il Vecchio a Chiavris e che le accuse di essersi fatto cristiano solo per interesse erano infondate. Tuttavia, egli ammise di essere stato esortato dagli ex-correligionari a recarsi a Salonicco, notorio rifugio di ebrei e marrani, nel XVI secolo. Documenti sulla sorte successiva del Cividin non sono stati rinvenuti, ma è stata avanzata l'ipotesi che il suo caso rientrasse nel contesto dell’atteggiamento ostile agli ebrei che caratterizzava l'ordine dei Frati Minori, cui apparteneva l'inquisitore friulano, fra' Giulio Columberto da Assisi[18]. Un documento del 1603 riguarda i Capitoli d'esser osservati dalli Hebrei che saranno admessi a venir ad habitare in questa città[19], lasciando, pertanto, presumere che agli ebrei venisse nuovamente concessa l'attività feneratizia. Nel 1620, tuttavia, una lettera del Consiglio di C. Al Gastaldo e alla Comunità di S. Daniele riferiva che già molti et molti anni fu terminato che si dovesse mai accettar hebrei in questa città[20].
Quartiere ebraico
A C., dal XIV secolo se non da prima, gli ebrei vivevano in un quartiere chiamato "Zugaita", dove avrebbe dovuto sorgere anche la sinagoga, la cui costruzione non poterono portare a termine nel 1336[21].
Cimitero
Il cimitero ebraico si trovava fuori della Porta S. Giovanni[22]. Tra le stele funerarie ivi rinvenute, la più antica risale al 1342[23] e la più recente al 1733[24].
Bibliografia
Avneri, Z., Iscrizioni ebraiche a Cividale del Friuli, (in ebraico), in Tarbiz XXXI (1962), pp. 291-296.
Cassuto, U., E.J., alla voce "Cividale".
Colorni, V., Nuovi dati sugli ebrei a Ferrara nei secoli XIII e XIV, in Judaica Minora, Milano 1983, pp. 189-204.
Ioly Zorattini, P.C., Insediamenti ebraici, in Miotti, T., Castelli del Friuli, vol. VI- La vita nei castelli friulani, Udine, 1981, pp. 125-145.
Ioly Zorattini, P.C., Un giudaizzante cividalese del Cinquecento: Gioanbattista Cividin, in Studi storici e geografici, Pisa 1977, pp. 193-208.
Luzzatto, F., Ebrei in Aquileia, in RMI XVI (1950), pp. 140-146.
Modona, L., Intorno alle lapidi ebraiche del Friuli, in Il Vessillo Israelitico XLVII (1899), pp. 327-331; 366-368.
Morpurgo, E., Bibliografia della storia degli ebrei nel Veneto, in Rivista Israelitica VII (1910) pp. 180-190; IX (1912), pp. 49-79.
Roth, C., The History of the Jews of Italy, Philadelphia 1946.
Pullan, B., Rich and Poor in Renaissance Venice, Oxford 1971.
Servi, F., Le lapidi ebraiche di Cividale del Friuli, in Vessillo Israelitico XLVII(1899), p. 250.
Toaff, A., Migrazioni di ebrei tedeschi attraverso i territori triestini e friulani tra XIV e XV secolo, in Todeschini, G.- Ioly Zorattini, P.C., Il mondo ebraico. Gli ebrei tra Italia nord-orientale e impero asburgico dal Medioevo all'Età contemporanea, Pordenone 1991, pp. 5-29.
Zorzi, A., Notizie, guide e bibliografia dei RR. Museo Archeologico ed Antico Archivio Comunale di Cividale nel Friuli, Cividale 1889.
[1] Cfr. Modona, L., Intorno alle lapidi ebraiche del Friuli, p. 329, nota 1.
[2] Ivi, p. 330.
[3] In una Guida ottocentesca veniva menzionata una lapide del 1465, posta dalla Comunità ebraica di C. per ricordare ai posteri il rinvenimento di una stele funeraria recante la data del 604 a.C. Il Grion, tuttavia, confutava la pretesa antichità dell'insediamento ebraico a C. e l'interpretazione della stele funeraria in questione, mentre il Servi, rifacendosi alla traduzione della lapide del 1465, fatta dal rabbino Melli, confermava l'ipotesi che nel 604 a.C. vi fosse stato un insediamento in loco. Il Modona, basandosi su considerazioni storiche, negava tale possibilità, sostenendo che le lettere ebraiche indicanti la data controversa non fossero state riconosciute in modo esatto. Lo Zorzi, infine, descrivendo le lapidi funebri provenienti dal cimitero ebraico - risalenti non oltre il XIV secolo - si opponeva all'affermazione di Marin Sanudo, nel 1483, circa l'esistenza di un cimitero risalente a duemila anni prima, concordando con il Grion e con il Modona che la presenza ebraica a C. datasse solo al XIII secolo. Il Morpurgo, ragguagliando sulle diverse posizioni circa la controversia, aggiungeva, dal canto suo, che la presenza ebraica a C. era attestata solo nel 1273. Contro la supposta antichità della Comunità ebraica di C. si schierava anche il Roth (The History of the Jews of Italy, p. 9). Cfr. Guida di Cividale, Udine 1858, p. 117; Grion, G., Le iscrizioni e lo stemma dell'Arsenale di Cividale, Pagine Friulane, VII, 1894; Servi, F., Le lapidi ebraiche di Cividale nel Friuli, p. 250; Modona, L., Intorno alle lapidi ebraiche del Friuli, pp. 327-331; pp. 366-368; Zorzi, A., Notizie, guide e bibliografia dei RR. Museo Archeologico ed Antico Archivio Comunale di Cividale nel Friuli, pp. 49-51; Morpurgo, E., Bibliografia della storia degli Ebrei nel Veneto, pp. 183-185. Lo studio più recente sulle iscrizioni ebraiche a C. e quello di Avneri, Z., Iscrizioni ebraiche a Cividale del Friuli" ( in ebraico), pp. 291-296.
[4] Cassuto, U., E.J., alla voce “Cividale".
[5] Il Roth riferisce di un documento del 1239, in cui, tra gli altri tribunali rabbinici dell'Italia settentrionale, viene menzionato anche quello di C. (Roth, C., op. cit., p. 76).
[6] Toaff, A., Migrazioni di ebrei tedeschi attraverso i territori triestini e friulani fra XIV e XV secolo, p. 5. Il Roth menziona la comparsa di banchi ebraici a C., nel 1296 (Roth, C., op. cit., p. 117) e la stessa notizia è riportata anche dal Luzzatto (Ebrei in Aquileia, p. 143). Tuttavia, lo Ioly Zorattini ha rinvenuto un documento notarile del 1288, relativo alla presenza ebraica, che precede anche la testimonianza notarile del 1294, ritenuta più antica dal Colorni, sulla base del testo del Grion (cfr. Ioly Zorattini, P.C., Insediamenti ebraici, nota 9; Colorni, V., Nuovi dati sugli ebrei a Ferrara", p. 191, nota 12; Grion, G., Guida storica di Cividale e del suo distretto, p. 232, citato in ibidem.
[7] Si vedano gli atti dei notai cividalesi presso l'Archivio di Stato di Udine, menzionati da Ioly Zorattini (Insediamenti ebraici, p. 143, nota 12). Circa l'opposizione ai nuovi immigrati ebrei, si veda Archivio Stato Udine, Archivio Notarile, Notaio Giovanni De Rubeis, vacchetta 1307, 8 settembre, Cividale, citato ivi nota 14.
[8] Occioni Bonaffous, G., Religioni diverse in Udine, in Illustrazione del Comune di Udine, Udine 1886, citato in Morpurgo, E., Bibliografia della storia degli ebrei del Veneto, p. 66.
[9] Cassuto, U., E.J., alla voce "Cividale"; Roth, C., op. cit., p. 142.
[10] A.S. Udine, Notarile antico, b. 680, Stefano Candelari, 15 aprile 1349, citato in Toaff, A., op. cit., p. 22, nota 2. Va segnalato che Dado di Abramo da C. era affiancato, a Venzone, dai suoi fratelli, Bonaventura e
Giacomo, e da un altro ebreo originario di C., Bonavita di Isacco. Cfr. Zenarola Pastore, Appunti di vita economico-sociale, pp. 11-30, citato ibidem.
[11]Ivi, p. 6.
[12] Secondo il Toaff, questa ipotesi consente di spiegare come mai Yosef Colon, a metà del XV secolo, riferendo i dettagli relativi della questione matrimoniale in cui era implicata Blanda di Azriel, di cui si erano occupati nel 1239 i tribunali rabbinici di Ferrara, Mantova, Verona e C., secondo un responso di R. Yi־ֵaq di Mosheh da Vienna, riportato nell'Or Zarua, non menzionasse C., mentre ricorda con precisione gli altri tre tribunali rabbinici, ancora operanti al suo tempo. Toaff, A., op. cit.,pp. 20-21; p. 29, nota 49. Per ulteriori particolari, cfr. Colorni, V., Nuovi dati sugli ebrei a Ferrara, pp. 190-191.
[13] Sanudo, M., Itinerario per la terra ferma Veneziana nell'anno 1483, Padova 1847, p. 139, citato in Morpurgo, E., Bibliografia della storia degli ebrei nel Veneto, nr. 301, p. 121.
[14] Cassuto, U., E.J. alla voce"Cividale".
[15] Sanudo, M., I Diarii, Venezia 1879-1903, vol. III, 410, citato in Morpurgo, E., op. cit., nr. 341, p. 220. Cfr. anche: Cassuto, U., E.J. alla voce "Cividale"; Roth, C., op. cit., p. 184. Roth ritiene trattarsi di una finzione, con cui gli ebrei locali mostravano il loro patriottismo e la loro partecipazione allo spirito rinascimentale, mentre il Luzzatto nega il desiderio di ricostruire un passato leggendario e propende per la tesi, secondo cui l'insediamento ebraico a C. risalirebbe all'epoca romana. Cfr. Roth, C., op. cit., p. 212; Luzzatto, F., op. cit., p. 145.
[16] Oltre al tasso di interesse troppo alto, gli ebrei avrebbero prestato denaro non a chiunque lo richiedesse, come era stipulato nei loro capitoli, ma in modo selettivo. Inoltre, erano accusati di dare solo un terzo delle cifre richieste in prestito in moneta e il rimanente in grano, valutandolo a proprio favore; infine, gli ebrei avrebbero commerciato in generi vari, comprati a prezzo troppo basso come saldo dei debiti dei creditori. Cfr. Pullan, B., Rich and Poor in Renaissance Venice, pp.540-541. e Ioly Zorattini, P.C, op. cit., p. 129 e p. 143, nota 47.
[17]Cassuto, U., E.J., alla voce "Cividale"; il Cassuto segnala nuovamente la presenza ebraica a C. nel 1586, tuttavia, il caso di Gioanbattista Cividin dimostra che gli ebrei erano a C. anche in precedenza.
[18]Cassuto, U., E.J., alla voce "Cividale"; il Cassuto segnala nuovamente la presenza ebraica a C. nel 1586, tuttavia, il caso di Gioanbattista Cividin dimostra che gli ebrei erano a C. anche in precedenza.
[19] Il documento fa parte di quelli pubblicati dal Grion, in Guida storica di Cividale e del suo distretto, Cividale 1899, pp. 113-118, citato in Ioly Zorattini, P.C., Un giudaizzante del Cinquecento :Gioanbattista Cividin, p. 193, nota 1.
[20] Lettera della Comunità di C. al Gastaldo e alla Comunità di S. Daniele , 4 settembre 1620 ( Archivio Storico del Comune di S. Daniele, b. 50, cc. 65r-66r), citato in Ioly Zorattini, P.C., Un giudaizzante cividalese del Cinquecento, p. 194, nota 2; Luzzatto, F., op. cit., p. 145, nota 2. Secondo il Cassuto, invece, la presenza ebraica sarebbe continuata e la Comunità cividalese avrebbe iniziato a decadere solo dalla meta del XVII secolo. Cfr. Cassuto, U., E.J., alla voce "Cividale". La lapide funeraria di Meir bar Kalonimos Luzzatto, datata 1733, potrebbe essere presa a sostegno dell'ipotesi di una continuazione della presenza ebraica a C.; è da segnalare, tuttavia, che l'Avneri riferisce di aver trovato un solo Kalonimos nella famiglia Luzzatto, di cui e attestata l'esistenza a Venezia, ma non menziona di aver trovato un Kalonimos Luzzatto a C. D'altro canto, dalla lapide funeraria di C. risulta che Meir bar Kalonimus doveva essere morto in giovane età, dato che vi viene definito ha-yeled ha nayim e, posto che il Kalonimos Luzzatto trovato a Venezia aveva celebrato il proprio bar-mizwah nel 1655, risulta difficile – per ragioni cronologiche - ritenere che sia il padre di Meir (cfr. Avneri, op. cit., p. 295, nota 3).
[21] Cassuto, U., E.J. alla voce "Cividale"; Roth, C., op. cit., p. 142. A questo proposito è da segnalare che nella Guida di Cividale, viene indicata come Zudaica la località in cui si trovava il cimitero ebraico, ubicato in un campo vicino alle mura della città (cfr. Guida di Cividale, citata in Morpurgo, E., op.cit., p. 183.
[22] Zorzi, A., op. cit, p. 49, citato in Avneri, Z., op. cit., p. 292, nota 8. Il cimitero sarebbe stato, invece, ubicato nelle vicinanze della Porta Brossana, secondo il Morpurgo (p. 202).
[23] Si tratta della stele erroneamente ritenuta antichissima; cfr. Nota 3 della presente voce.
[24] Avneri, Z., op. cit., p. 295.