Titolo
Testo
Chiavris (villa de Caprileis)
Provincia di Udine.
Sita lungo l'antica via consolare Julia Augusta, che congiungeva Aquileia a Gemona, era un importante nodo di collegamento con i paesi d'Oltralpe, nonché il centro più vicino ad Udine per chi provenisse dalle valli montane. Dal 1258, sino alla caduta della Repubblica Veneta, fu un feudo della famiglia Savorgnan. Un primo accenno relativo all'intenzione degli ebrei di Udine di operare a C. risale al 1462, quando il Consiglio cittadino li scacciò, proprio in ragione di questo loro proposito. Dieci anni dopo, tuttavia, il Senato veneziano concesse ai Savorgnan di C. di tenere sotto la propria giurisdizione un banco feneratizio gestito da ebrei, rinnovando la concessione nel 1481. Tale privilegio restò in vigore fino al XVIII secolo[1].
Non è attualmente disponibile una documentazione diretta della presenza ebraica a C. nel XVI secolo, ma solo una testimonianza indiretta fornita dalla deposizione di un ebreo di Cividale, convertito al cristianesimo e accusato di giudaizzare, da cui risultava che, negli anni Settanta del Cinquecento, era attivo un banco, gestito da Jacob il Vecchio e dai figli Viniano e Michelin[2]. Un documento del 1621 attesta che gli ebrei di C., ad onta della normativa del 1556 ( anno in cui erano stati accusati di aver introdotto la peste a Udine, venendone, quindi, scacciati)[3], avevano preso in affitto case nella città, per tenervi le loro merci, biave et vini[4], provocando il decreto del Consiglio udinese di far sigillare le porte di esse case et stanze[5]. Qualche mese dopo, Federico Savorgnan scriveva al Consiglio di Udine, perorando la causa ebraica e impegnandosi personalmente ad evitare, per il futuro, analoghe trasgressioni[6]. Un altro accenno agli ebrei di C., nel XVII secolo, è la loro condanna per aver venduto a Udine puine (ovvero ricotta) in scodelini di misura inferiore a quella approvata dalla città[7].
Da un documento del 1631 si apprende che gli ebrei di C. seppellivano i loro morti nel cimitero di Udine, rimasto in funzione anche dopo la cacciata del 1556[8]. Tuttavia, con il trascorrere del tempo, gli ebrei di C., non potendo più utilizzare quel cimitero, dovettero rivolgersi ai correligionari di S. Daniele per seppellire i loro morti, ricevendo il relativo permesso solo a partire dal 1752[9].
A riprova dei buoni rapporti tra gli israeliti di C. e di S. Daniele, anche in epoca precedente, abbiamo il matrimonio, nel 1686, di Allegra del fu Aronne Caprileis con Isacco di Raffaele Luzzatto[10]. Quasi un secolo dopo, verso la fine degli anni Settanta del Settecento, Lelio Caprileis di C. esprimeva poi la richiesta di trasferirsi, con la moglie e la figlia, a casa di Joelin Gentilli di S. Daniele[11]. Nel XVIII secolo, la presenza ebraica a C. è attestata, inoltre, dalla protesta di Benedetto Caprilis per l'imposizione di una tassa di 80 ducati[12] e dal suo appello alla Comunità di Udine per essere risarcito di un paio di lenzuola di un certo valore, fornite ad un rappresentante dell'autorità[13]. Nello stesso secolo vengono menzionati nei documenti membri della famiglia Capriles (Caprileis) in altre località del Veneto: nel 1750 è registrata la laurea in medicina, a Padova, di Joseph di Benedetto, ebreo da Udine[14], mentre quella del figlio Salomon, ebreo veneto veniva conseguita nel 1784[15]. Troviamo, inoltre, l'autore della parafrasi dell'opera Hilkhot ve-Deot di Maimonide, Moisè Capriles, forse residente a Venezia[16].
Il rinomato rabbino e cabbalista Abram Vita Reggio, in seguito rabbino capo della Comunità ebraica di Gorizia, fu, in gioventù, precettore a casa di Samuele Caprileis a C., dal 1780 al 1783[17]. Ad onta dei provvedimenti del 1777, i Caprileis di C. non dovettero abbandonare la località, in virtù delle condotte e ricondotte pro tempore accordategli dall'anticanobilissima casa Savorgnana[18] e, sempre in virtù delprivilegio dei Savorgnan, mantennero la gestione del banco feneratizio[19]
Bibliografia
Bolaffio, G., Abram Vita Reggio, in RMI XXIII (1957), pp.204-217.
Ioly Zorattini, P.C., Gli Ebrei a Chiavris: cinque secoli di storia, in Memorie storiche forogiuliesi, Vol. LXI (1981), pp. 87-97.
Ioly Zorattini, P.C., Un giudaizzante
cividalese del Cinquecento :Gioanbattista Cividin, in Studi
Storici e Geografici, pubbl. della Fac. di Lingue e Lett. Str. dell'Univ. di Trieste, Udine I (1977), pp. 193-208.
Luzzatto, F., Cronache storiche della Università degli Ebrei di San Daniele del Friuli. Cenni sulla storia degli Ebrei del Friuli, Roma 1964.
Modena, A. - Morpurgo, E., Medici e
chirurghi ebrei addottorati e licenziati nell'Università di Padova dal 1617 al 1816, opera postuma a cura di Luzzatto,
A., Munster, L., Colorni, V., Bologna 1967.
Mortara, M., Indice alfabetico dei rabbini e scrittori israeliti, Padova 1886.
[1]Ioly Zorattini, P.C., Gli ebrei a Chiavris: cinque secoli di storia, p. 88.
[2] Ioly Zorattini, P.C., Un giudaizzante cividalese del Cinquecento: Gioanbattista Cividin, p. 208, citato in Idem, Gli Ebrei a Chiavris, p.88.
[3] Ioly Zorattini, P.C., Gli ebrei a Udine dal Trecento ai giorni nostri, in "Atti dell'Accademia di Scienze, Lettere e Arti di Udine", LXXIV (1981), pp. 45-58; 50-51, citato in ivi, p. 87.
[4] B.C.U., Archivium civitatis Utini, Acta Publica, t. 39 (1621-1622), cc. 148v-149r, citato in ivi, p. 89, nota 8.
[5] Ibidem.
[6] B.C.U. Archivium Civitatis Utini, vol. E, t. III, Ebrei, c. 64 r., in ivi, p. 89, nota 9.
[7] B.C.U., Archivium civitatis Utini, vol. G, t. XV, Giurati, c. 156r e v. Per la misura degli scodelini della ricotta in uso a Udine cfr. B.C.U., Archivium civitatis Utini, vol. G., t. XXIV, Gallette-Giurati, c. 174r, citato in ivi, p. 91.
[8] B.C.U., Archivium Civitatis Utini, Acta Publica, t. 42 (1630-1634), c. 30r; Acta Publica, t. 63 ( 1683-1684), c. 41r., citato in ivi, p. 90, nota 18.
[9] Luzzatto, F., Cronache storiche, p. 103, doc. 7. Cfr. anche Ioly Zorattini, P.C., Gli ebrei a Chiavris, p. 90.
[10] Luzzatto, F., op. cit., p.77, nota 12. Cfr. anche Ioly Zorattini, P.C., Gli ebrei a Chiavris, p. 91.
[11] Ivi, p. 123 ( doc.10); cfr. anche Ioly Zorattini, P.C., Gli ebrei a Chiavris, p. 91.
[12] B.C.U., Archivium Civitatis Utini, vol. E, t. III, Ebrei, c. 11r.,
da cui, tuttavia, non si evince la data di tale protesta, citato in ivi, p. 91, nota 27.
[13] Ivi, c. 28r/v, citato in Ioly Zorattini, p. 92, nota 28.
[14] Modena, A. - Morpurgo, E., Medici e chirurghi ebrei dottorati e licenziati nell'Università di Padova dal 1617 al 1816, pp. 91-92.
[15] Ivi, p. 105.
[16] Mortara, M., Indice, p. 10.
[17] Bolaffio, G., Abram Vita Reggio", p. 209; Mortara,M., op. cit., p. 53;
per l'elenco delle opere del Reggio, cfr. David, A., alla voce "Reggio
Abraham ben Ezriel", J.E.
[18] A.S.V., Ufficiali al Cattaver, b. 270, cc. nn., 10 dicembre 1788,
citato in Ioly Zorattini, P.C., Gli ebrei a Chiavris, p. 92, nota 33.
[19] Ivi, cc. nn., 22 novembre 1788, citato in ivi, p. 93.