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Montegiorgio (מונטיג'ורג'יו)
Provincia di Ascoli Piceno. Sorto su di un’area già abitata nella preistoria, M. fiorì particolarmente durante il Medioevo, prima ad opera dei monaci farfensi e poi dei francescani e degli Eremitani di S. Agostino: nelle Costitutiones Aegidianae del 1357 giunse a figurare, così, alla pari con città come Macerata e Pesaro all’interno dello Stato della Chiesa.
Una fiorente comunità ebraica esisteva a M. sin dai primi decenni del secolo XIII, quando, non essendo ancora estesi ai piccoli Comuni gli usi restrittivi delle corporazioni, i giudei esercitavano liberamente l’arte del lino, della lana e della concia delle pelli, aprendo, in seguito, un banco feneratizio con il permesso e i capitoli concessi dalla Camera Apostolica[1].
La documentazione relativa all’ubicazione delle case degli ebrei di M.[2] è sopravvissuta e sappiamo anche che nel 1295 ebbe luogo un sollevamento popolare con conseguente saccheggio di botteghe dei mercanti, fra i quali vi erano mercanti giudei. Dai documenti rinvenuti (relativi agli anni 1295, 1297, 1299) si apprende che un processo era stato istruito allora dal Giudice generale della Marca contro il Comune e la popolazione di M. per l’assalto dato da quest’ultima ai beni di una società mercantile formata dal Fiorentino Vezio de’ Ponzetti e da due ebrei, Beniamino di Milo e Sabato di Dattilo, con i relativi soci[3]. Dall’esame dei beni asportati, diversi per genere e per valore, è stata sollevata l’ipotesi che i danneggiati, oltre che nel commercio, fossero attivi nel prestito su pegno e dalla sentenza del Giudice della Marca si desume che il Comune rilevò, dietro parziale risarcimento, tutte le attività e i crediti delle parti lese, che si trasferirono altrove[4].
Nel 1432 abitava a M. l'ebreo romano Ricordo, figlio di maestro Gaio, e nello stesso periodò saldò qui un debito maestro Elia Sabbati da Fermo, il noto medico[5].
Un'altra rapina a danno degli ebrei nelle Marche coinvolse, poi, nuovamente il banco di M. ( insieme a quello diPenna San Giovanni) di proprietà di Laudadeo da M. e Aronne da Tolentino: Papa Clemente VII incaricò un canone di procedere contro i malviventi, di punirli e costringerli a restituire il maltolto[6].
Altri banchieri attivi a M. in quest'epoca furono i fratelli Ventura e Salamone di Simone da Monte dell'Olmo (1531, 1533, 1538, 1543), Laudadeo di Raphaele da Lanciano (1534, 1539) ed i fratelli Angelo e Desiderio, figli di Laudadeo di Raphaele (1543)[7].
Bibliografia
Luzzatto, G., I banchieri ebrei in Urbino nell’ età ducale, Padova 1903.
Pace, C., Su la colonia ebrea di Montegiorgio (Marche): alcuni documenti, in Rivista Abruzzese di Scienze, Lettere ed Arti XVII (1902), pp. 98-108; XVIII (1903), pp. 142-147.
Pace, C., La colonia ebrea di Montegiorgio. Altri documenti, in Le Marche S. III, I (1911), pp. 118-121.
Saffiotti Bernardi, S., Gli Ebrei e le Marche nei secc. XIV-XVI: bilancio di studi, prospettive di ricerca, in Boesch Gajano, S. (a cura di), Aspetti e problemi della presenza ebraica nell’Italia centro-settentrionale (secoli XIV e XV), Quaderni dell’Istituto di Scienze storiche dell’Università di Roma, 2, 1983, pp. 227-272.
Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, 8 voll., Toronto 1988-1991.
Toaff, A., Gli Ebrei romani e il commercio del denaro nei comuni dell’Italia centrale alla fine del Duecento, in Italia Judaica I, Roma 1983.
[1] Pace, C., Su la colonia ebrea di Montegiorgio (Marche): alcuni documenti, in Rivista Abruzzese di Scienze, Lettere ed Arti XVII (1902), pp. 98-108; XVIII (1903), pp. 142-147; cfr. Luzzatto, G., I banchieri ebrei in Urbino nell’ età ducale, p. 14, n. 1.
[2] Pace, C., “Il ghetto degli Ebrei in Montegiorgio”, Le Marche I (1901), pp. 45-46.
[3] Sul fatto che i mercanti fiorentini non fossero ebrei, come, invece, erroneamente riteneva il Pace, si veda Toaff, A., Gli Ebrei romani e il commercio del denaro nei comuni dell’Italia centrale alla fine del Duecento, p. 189, n. 17.
[4] Pace, C., La colonia ebrea di Montegiorgio. Altri documenti, pp. 118-121; cfr. Saffiotti Bernardi, S., Gli Ebrei e le Marche nei secc. XIV-XVI: bilancio di studi, prospettive di ricerca, pp. 227-272, pp. 243-244.
[5] Simonsohn, S., The Apostolic See, doc. 686.
[6] Ivi, doc. 1398.
[7] Ivi, doc. 1518, 1632, 1648, 1898, 1915, 2322, 2336, 2338.