Sessa

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Sessa

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Provincia di Caserta. È l’antica Suessa, il centro principale degli Aurunci: nel 1864, infatti, il nome assunse la specificazione di Aurunca. Dopo la decadenza seguita alla caduta dell’Impero Romano, risorse nel XII secolo e riacquistò un suo più definito ruolo tra il XIV e il XV secolo sotto i Marzano, che ne fecero la capitale dei loro feudi. Nel 1464 Sessa tornò nel demanio regio e nel 1507 divenne feudo di Gonzalo Fernandez de Corduba. Nel 1268 fu tassata per 253 fuochi, nel 1443 insieme ai suoi casali per 1948 e nel 1521 per 1527[1].

 

In età angioina S. ospitava una cospicua comunità ebraica. Nel 1294, infatti, sotto la pressione conversionistica  della Corte e degli Ordini Mendicanti 34 ebrei ricevettero il battesimo e furono esentati dal pagamento delle tasse[2]. In età aragonese vi erano ancora ebrei, attivi per lo più con banchi di prestito. Nel 1452 Sabatino de Moyse di Sessa era tra gli esattori del donativo di 1.000 ducati richiesto da Alfonso I d’Aragona per la conferma del privilegio concesso agli ebrei di prestare a interesse e nel 1457 egli ottenne a Cosenza che nessun altro giudeo per lo spazio di quindici anni potesse prestare nella città e nei suoi casali[3]. Intorno al 1460 era banchiere a Sessa un Salomone e nel 1473 un Angelo di Moise, mentre a Carinola, verso il 1480, c’era un Ventura de Angelo, in favore del quale nel 1488 la Camera della Sommaria scrisse all’università di Carinola perché gli restituisse 30 ducati che aveva costretto a prestarle[4]. Personalità notevole nel campo bancario fu Mele di Salomone del fu Meluccio da Sessa[5], attivo a Firenze tra il  1451 e il 1494. La figlia primogenita Gentilesca, nata sembra da un suo primo matrimonio, nel 1452 era moglie di Salomone di Sabbatuccio da Alatri abitante in Caiazzo, in Terra di Lavoro.

Non pare che gli ebrei di Sessa abbiano avuto controversie di rilievo con la città  in cui abitavano. Ci è noto, però, un intervento della Camera della Sommaria nel 1492 presso il capitano di Sessa perché rendesse giustizia agli ebrei Raffaele Ventura e Manuele, minacciando in caso contrario di avocare a sé la loro causa e, nel 1493, ci fu un altro intervento presso lo stesso capitano, perché facesse restituire agli ebrei i materassi, le lenzuola e le altre robe che avevano prestato a diversi cittadini in occasione della venuta del re in città[6].

Per gli anni seguenti la documentazione finora nota è scarsa. Nel 1535 Donna Perna, figlia di Isacco Boni Anni di Fondi e moglie di Raffaele del fu Amadio, dichiarò di avere ricevuto dal fratello Ventura abitante in Sessa la dote di 130 ducati, 20 dei quali in panni, e inoltre 13 ducati pro basatura[7].

L’espulsione generale ordinata nel 1540 da Carlo V, infine, vide emigrare la maggior parte degli ebrei sessani verso il vicino Lazio[8].

 

 

Bibliografia

 

Borgolotto, E., Mele di Salomone da Sessa: un banchiere campano nella Firenze della metà del Quattrocento, in Annali dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici, XVII-2000, 2001, p. 143-168.

Colafemmina, C., Documenti per la storia degli ebrei in Campania (II), pp. 74-79.

Di Marco, G., Sessa e il suo territorio tra medioevo ed età moderna, Marina di Minturno 1995.

Ferorelli, N., Gli ebrei nell’Italia meridionale dall’età romana al secolo XVIII, Torino 1915.

Mazzoleni, J., Il "Codice Chigi", un registro della cancelleria di Alfonso I d'Aragona re di Napoli per gli anni 1451-1453, Napoli 1966.

Silvestri, A., Gli ebrei nel regno di Napoli durante la dominazione aragonese, in Campania Sacra 18 (1987), 21-77.

Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, 8 voll., Toronto 1988-1991.

Villucci, A. M., Sessa Aurunca. Storia ed Arte, Marina di Mintuturno 1995.

 

 

 

 

 

 

 


[1] Cfr. Di Marco, G., Sessa e il suo territorio tra medioevo ed età moderna, Marina di Minturno 1995; Villucci, A. M., Sessa Aurunca. Storia ed Arte, Marina di Mintuturno 1995.

[2]Ferorelli, N.,  Gli ebrei nell’Italia meridionale, p. 55.

[3] Mazzoleni, J., Il “Codice Chigi”, pp. 332-333, n. 333.

[4] Silvestri, A., Gli ebrei nel regno di Napoli, p. 69; ASNa,  Sommaria, Partium 29, c. 16r.

[5]Su Mele di Salomone da Sessa si veda ad esempio il contributo di Borgolotto, E., Mele di Salomone da Sessa: un banchiere campano nella Firenze della metà del Quattrocento, in Annali dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici, XVII-2000, 2001, p. 143-168.

[6] ASNa, Sommaria, Partium 33, c. 170v; 37, c. 199v. Nel 1493 era re di Napoli Ferrante I d’Aragona.

[7] Pesiri, G., Appunti sulla comunità ebraica di Cori, p. 52, n. 63.

[8]  Cfr. Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, doc. 2746, 3010; Stow, K.R., The Jews in Rome, nn. 872, 1089.

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