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Provincia di Vercelli. L’area fu abitata già nell'età romana, ma il nome C. appare per la prima volta nella documentazione attorno al Mille. A metà del '300 il centro apparteneva al Marchesato del Monferrato e passò, in seguito, alla casa Savoia, che lo infeudò a diversi signori.
I fratelli Moisè e Benedetto Soave, attestati a Masserano e Livorno Ferraris, ottennero nel 1578 da Emanuele Filiberto una licenza di abitare nei suoi domini e di prestare modo hebraica a C., che venne confermata nel 1582[1].
Due anni più tardi il cardinale Filippo Guastavilla, Camerlengo papale, emanò una tolleranza per i due banchieri e per gli altri della zona[2].
Bibliografia
Foa, S., Banchi e banchieri ebrei nel Piemonte, in RMI 21 (1955), pp. 38-50, 85-97, 126-136, 190-201, 284-297, 325-336, 471-486, 520-535.
Segre, R., The Jews in Piedmont, 3 voll., Jerusalem 1986-1990.