Monastero Bormida

Titolo

Monastero Bormida

Testo

Provincia di Asti. Posto a 30 chilometri dal capoluogo, appartenne al Marchesato (poi Ducato) del Monferrato e passò  successivamente alla casa di Savoia, restando legato alle vicende di Asti.

Il Camerlengo papale Enrico Caetani, concesse nel 1592 una tolleranza per prestare a M. a Moysè Melli, Ventura Bachi, Claudio Levi e soci. Il Levi era ancora banchiere nella località nel 1614[1].

In seguito i pochi ebrei di M. fecero parte della Comunità del Piemonte e sappiamo che,  al principio del '700, pagavano le tasse secondo il sistema della cassella[2].

Quando gli ebrei del Piemonte furono richiusi nei ghetti, quelli di M. (in totale tre famiglie) si trasferirono ad Acqui[3].

Bibliografia

Foa, S., Gli ebrei nel Monferrato nei secoli XVI e XVII, Casale 1914.

Loevinson, E., La concession des banques de prêts aux juifs par les papes des seizième et dix-septième siècles, REJ 92 (1932), pp. 1-30; 93 (1932), pp. 27-52, 157-178; 94 (1933), pp. 57-72, 167-183; 95 (1934), pp. 23-43.

Segre, R., The Jews in Piedmont, 3 voll., Jerusalem 1986-1990.


[1] Foa, S., Monferrato, p. 83 e segg.; Loevinson, E., Banques de prêts, p. 167.

[2] Segre, R., Piedmont, doc. 2561.

[3] Ivi, doc. 2805, 2807.

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