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Canton Ticino, Svizzera. Attestata almeno dal IX secolo, L. seguì nel Medioevo le vicende di Como e Milano, finendo per essere controllata dai Visconti dalla metà del XIV secolo e, in seguito, dagli spagnoli e dagli svizzeri.
Nel 1468 troviamo attestata a L. l'attività di tale Michele di Abramo, feneratore ebreo. Secondo uno studioso, tuttavia, la presenza ebraica documentata risalirebbe al 1465, mentre quella semplicemente ipotizzabile sarebbe di dieci anni prima[1].
In un documento del 1470 venivano menzionati due ebrei nella località: i fratelli Michele e Mandolino, che si lamentavano dei soprusi commessi a loro danno dai dazieri locali, ad onta del loro privilegio. Due anni dopo, Mandolino chiedeva l'aiuto del Duca nell'esazione dei propri crediti, al fine di poter far fronte alle obbligazioni con il Tesoro ducale.
Nel 1478 figuravano a L. Mandolino di Mandolino, Israele da Piacenza e Bonomo da Como, coinvolti anche nelle vicende feneratizie dei correligionari comaschi. L'anno successivo, con il diritto esclusivo di fenerare in loco concesso a Mandolino, si esauriscono le tracce attestate della presenza ebraica[2].
Bibliografia
Motta, E., Ebrei in Como ed in altre città del ducato milanese, in Periodico della Società Storica per la provincial e antica diocesi di Como V (1885), pp. 9-44.
Simonsohn S., The Jews in the Duchy of Milan, 4 voll., Jerusalem 1982–1986.
[1] Cfr. Motta, E., Ebrei in Como ed in altre città del ducato milanese, pp. 13-14. Motta corrobora l'ipotesi di una presenza ebraica a partire dal 1455, rifacendosi alla condotta con cui, in tale anno, si ingaggiò un ebreo a Bellinzona: che non sia plausibile l'ipotesi da lui avanzata, che si trattasse di Michele Mandolino di Abramo, padre di Benedetto di Como, risulta dai documenti in cui il nome del prestatore ingaggiato nel 1455 a Bellinzona risulta essere Michele di Mandolino. Cfr. Motta, E., op. cit., pp. 14-15; Simonsohn, S., Milan, I, doc. 386, 388.
[2] Simonsohn, S., op. cit., I, doc. 1058, 1060, 1242, 1443; II, 1859, 1866.