Broni

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Broni

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Provincia di Pavia. Sito alla destra del Po, presso le ultime propaggini collinari dell'Appennino, appartenne nel Medioevo ai conti Arrigoni Casati di Milano e fu ceduto alla Casa Savoia, insieme all'Oltrepo' pavese, nel 1763, in seguito al trattato di Worms.

Il primo accenno alla presenza ebraica a B. risale al 1453, quando il Duca concesse a Mosè di Giacobbe de Alamania il diritto di risiedere e fenerare qui, all'interesse mensile di 8 denari per lira, cioè del 40% annuo e alle stesse condizioni stabilite per Manno di Pavia. Nel 1548 Giuseppe di B., in qualità di thexarero del colegio delli ebrey del dominio si appellò al Duca perché lo aiutasse a riscuotere le tasse dai correligionari in ritardo con il pagamento all'erario ducale.

Nel 1463 e nel 1464 Giuseppe di B. fece poi parte degli esponenti della Comunità (Università) ebraica del Ducato che dovevano provvedere a raccogliere le somme che dovevano da pagare al Tesoro ducale. Nel 1465 egli però non poteva pagare la propria quota di tasse, a causa dei crediti che non riusciva a riscuotere, e ottenne, pertanto, l'aiuto necessario da parte dei  funzionari ducali.

Nel 1467 Giuseppe di B., insieme allo zio, Salomone di Monza, fu accusato da Giuseppe di Alessandria e dal figlio, di essersi appropriato indebitamente di denaro destinato al defunto Duca ma, dopo essere stato imprigionato e torturato, fu riconosciuto innocente. Nello stesso anno il Duca concesse il perdono ai protagonisti della vicenda e ad un gruppo di altri ebrei, colpevoli di aver fomentato liti fra loro e di aver diffamato il defunto Duca.

All'incirca nel 1470 risulta che anche agli israeliti delle località soggette a regime feudale, tra cui B., venne richiesto di contribuire alle tasse per l'erario ducale.

Nel 1471 coloro che erano in ritardo con il pagamento delle tasse ducali figurava anche un ebreus de Broni.

Nell'elenco degli accusati nel 1488 di vilipendio alla fede cristiana, cui il Duca commutò la pena di morte in confisca dei beni ed espulsione, compariva anche Samuel de Brone (Samuele di B.), mentre, tra i multati, vi era Abramo del fu Perutio di Piacenza,  residente in questa località.

Nel 1491 Samuele risultava non essere più attivo nel prestito a B. e, l'anno seguente, gli fu rifiutato il permesso di entrare nel territorio ducale per regolare i propri affari e, in particolare, le pendenze in corso a B. Contemporaneamente, era subentrato, come feneratore a B., Emanuele.

Non ci resta attualmente ulteriore documentazione della presenza ebraica a in loco[1].

Bibliografia

Simonsohn, S., The Jews in the Duchy of Milan, 4 voll., Jerusalem 1982–1986.


[1] Simonsohn, S., The Jews in the Duchy of Milan, I, doc. 201, 568, 814, 827, 840, 908, 1011, 1015, 1019, 1182, 1267; II, doc. 2164, 2165, 2196, 2202, 2039, 2203.

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