Pescia

Titolo

Pescia

Testo

Pescia (פשה)

Provincia di Pistoia. Forse di fondazione longobarda, P. si trovò in pieno Medioevo al centro delle lotte tra guelfi e ghibellini, schierandosi con la seconda fazione. Invasa per questo da Lucca nel 1281, fu contesa a lungo tra questa e Firenze, che ebbe poi la meglio.

Al più tardi nel 1402, un Angelo di Abramo ottenne i capitoli per prestare a P.[1] e, una ventina di anni dopo, il banco risultava gestito da Vitale di Sabato di Matassia, cui si associò il cugino, Abramo di Dattilo (Yoab), nipote di Matassia di Sabato da Roma, della famiglia de Synagoga[2].

Nel 1547 la famiglia Abravanel ottenne la concessione per l’apertura di un banco a P.[3]: il Comune, dapprima riluttante ad accettarlo, cambiò parere per ragioni campanilistiche, dopo che il vicino Comune di Borgo a Buggiano si era dichiarato favorevole ad accogliere i feneratori ebrei[4].

Nel 1566 il banco di P. era ancora aperto e contro il suo personale furono mosse svariate accuse, tra cui quella di attività di speculazione economica al di fuori dell’esercizio del prestito[5].

In vista dei provvedimenti del 1570, il Magistrato Supremo, non potendo invalidare i patti conclusi con i feneratori senza una ragione plausibile, cercò pretestuosamente di mostrare che erano stati gli ebrei a venir meno agli accordi, per poter considerare lo Stato fiorentino sciolto dai precedenti impegni assunti nei loro confronti. Pertanto, l’accusa fu mossa contro gli ultimi contraenti, rappresentati dalla società capeggiata da Leone di Abramo da Pisa, che teneva banchi in una serie di località, tra cui questa[6].

Nell’ottobre del 1570 veniva così affissa P. una copia del bando  che, in ragione delle svariate trasgressioni ai capitoli e per  impedire agli ebrei di continuare il rapporto di familiarità che avevano instaurato con la popolazione, stabiliva la segregazione e annullava l’attività feneratizia[7]. Nello stesso anno, risultavano esservi a P. 34 ebrei[8].

Bibliografia

Cassuto, U., Gli ebrei a Firenze nell’età del Rinascimento, Firenze 1918.

Luzzati, M., Dal prestito al commercio: gli ebrei dello Stato fiorentino nel secolo XVI, in Id., La casa dell’Ebreo, Pisa 1985, pp. 265-295.

Toaff, A., The Jews in Umbria, Leiden-New York-Köln 1993-94.


[1] Cassuto, U., Gli ebrei a Firenze nell’età  del Rinascimento, p. 15, n. 4.

[2] Archivio di Stato di Firenze (d’ora innanzi ASFi), Capitoli, vol. 99, c. 45r., citato  ivi, p. 33, n. 5.

[3] ASFi, Magistrato Supremo, n. 4449, cc. 40rv e 78v, citato in Luzzati, M., La casa dell’Ebreo, p. 277, n. 23.

[4] Luzzati, M., op. cit., p. 279.

[5] Ivi, p. 285, n. 50.

[6] Ivi, p. 108; p. 110. Si veda anche Toaff, A., Umbria, doc. 670.

[7] Ivi, p. 111.

[8] Ivi, p. 273, Tabella 1.

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