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Castell'ottieri (קאסטלאוטירי)
Provincia di Grosseto. La contea di C., feudo dei conti Ottieri, passò al granducato di Toscana nel 1616 e ne seguì le sorti, sino alle riforme tardo settecentesche, per le quali entrò a far parte del nuovo comune di Sorano nel 1783.
La prima notizia relativa ad una presenza ebraica a C. risale al 1582, quando, morto Sabato di Angelo abitante a C., Perna, sua vedova, desiderando risposarsi chiese alla famiglia del defunto la restituzione della dote: la famiglia accettò e pagò 95 scudi alla donna[1].
La Bolla di espulsione degli ebrei dallo Stato Pontificio nel 1569 favorì forse l’insediamento a C. , come proverebbe il fatto che, negli anni Settanta del XVI secolo, venne aperto da Amadio di Abramo, ebreo di Toffia nella Sabina, un banco feneratizio nella località, in società con Guglielmo di Gabriel da Sovana, abitante a Castro: in seguito allo scioglimento di tale società, il banco continuò ad essere gestito dal figlio di Amadio, Crescenzio[2].
All’inizio del XVII secolo, il banco di prestito serviva anche gli abitanti della vicina Piancastagnaio[3] e, presumibilmente, la funzione economica espletata dai feneratori della zona aveva condotto alla formazione di un nucleo ebraico di una certa entità: infatti, il vescovo di Sovana, recatosi in visita alla sinagoga di C. , vi trovò la Bibbia in due parti, il Machazor nel tavolo avanti la loro arca, un altro in forma grande simili, il mezzo Machazor in quarto di foglio[4].
Pochi anni prima, lo stesso vescovo era stato in buoni rapporti con il rabbino di C., Nardo Simisi, facendolo intervenire per mobilitare la famiglia di Bellafiore di Sabato (che era muta) per appurarne le reali intenzioni rispetto alla supposta volontà della donna di convertirsi[5].
Sempre nel primo ventennio del XVII secolo, gli ebrei furono qui sottoposti all’acquisto forzato di legna per pagare le spese del Comune (tra cui il predicatore per la Quaresima), venendo, d’altro canto, multati per taglio abusivo di alberi[6].
Dai ricorsi contro gabelle e multe che si ritenevano comminate senza ragione, sembra che gli Ebrei ritenessero di essere sottoposti ad aggravi ingiustificati.
Una volta passata la località sotto il controllo del granducato di Toscana, l’attività feneratizia pare subisse una flessione ed anche alcuni ebrei di C. aderirono all’iniziativa di Aronne di Bonaiuto, probabilmente il più facoltoso della piccola Comunità locale, che si era fatto garante presso il granduca dell’immigrazione di famiglie a Sovana per risollevarne l’economia. Quanto ad Aronne stesso, risultava possessore di svariati capi di bestiame e appaltatore della pizzicheria di C., gestita dal suo agente Isac Melucci[7].
Un ghetto non fu mai istituito a C.: gli ebrei vivevano in mezzo alla popolazione cristiana, inducendo il cardinale della Contea di Pitigliano (e annessi) a dare, poco prima della metà del secolo, istruzioni al governatore per sorvegliarne in modo particolare il comportamento[8].
Nello stesso lasso di tempo, era attivo a C. un Jacob cerusico, che avrebbe prestato le sue cure almeno ad un cristiano, ferito in una rissa[9].
Nonostante la scarsezza di documentazione, è presumibile che il destino della comunità di C. sia stato simile a quello delle comunità delle Contee vicine, estinguendosi, pertanto, nella seconda metà del secolo XVII.
Per quanto è dato dedurre dai documenti a disposizione, la Comunità fu di modeste proporzioni, contando poche decine di individui[10].
Bibliografia
Biondi, A., Ebrei a Castellottieri (metà sec. XVI, metà sec. XVII), in Bollettino della Società Storica Maremmana, Fascicolo Speciale, n. 49, Grosseto 1985, pp. 65-70.
Toaff, A., The Jews in Umbria, Leiden-New York-Köln 1993-94.
[1] Toaff', A., Umbria, doc. 2740.
[2] Biondi, A., Ebrei a Castellottieri (metà sec. XVI, metà sec. XVII), p. 66.
[3] Brogi, A., Piancastagnaio e la sua storia, 1974, p. 74, citato ivi, p. 67, n. 10.
[4] AVP, Visite vescovili, vol. I, c. 636, citato ivi, p. 67, n. 12.
[5] Biondi, A., op. cit.., p. 67
[6] Ivi, p. 68.
[7] Ivi, p. 68.
[8] Archivio di Stato di Firenze, Mediceo, 2778, citato ivi, p. 69, n. 22.
[9] Ivi, p. 69; cfr. n. 23.
[10] Ivi, p. 69; per un elenco degli ebrei di C. di cui è fatta menzione nei documenti, cfr. ivi, p. 70.