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Cammarata, situata sull'altopiano a metà strada fra Agrigento e Termini Imerese, in Val di Mazara, fu infeudata a varie famiglie, tra le quali quelle dei Moncada e degli Abatelli. La prima attestazione di un ebreo a C. risale al 1332, quando lo stesso stipulava una società con due correligionari di Palermo per il commercio di pelle e formaggio. Più tardi ebrei di tutta la Sicilia furono qui coinvolti nel commercio del sale, estratto in loco[1].
La comunità ebraica di C. figura, poi, negli elenchi fiscali, legati ai privilegi concessi da re Alfonso il Magnanimo agli ebrei siciliani nel 1453-54, che ci mostrano come essa partecipasse con l’esigua somma di 1,18,10 once[2].
Le notizie riguardanti gli ebrei di C. sono comunque poco numerose per il periodo antecedente alla cacciata del 1492, quando, invece, possiamo raccogliere più informazioni, relative soprattutto ai maltrattamenti subiti da parte del barone. In merito a tali episodi sappiamo che il viceré si trovò costretto a mandare un commissario a C. per indagare sugli avvenimenti ed in seguito accompagnare il gruppo ebraico a Messina ad imbarcarsi per l’estero[3].
Se non è stato possibile individuare la precisa posizione occupata nella cittadina dal quartiere ebraico e dalla sinagoga, di quest’ultima sono, però, rimasti due rimmonim (ovvero 'poma', [da tappu+im], per il rotolo della Torah), in argento filigranato e pietre preziose. Tali opere d’arte, tra le poche degli ebrei siciliani rimaste intatte fino ai giorni nostri, presentano un’iscrizione in ebraico, che ne indica la provenienza cammaratese e furono probabilmente proprio confezionate da orefici ebrei. I rimmonim vennero venduti nel periodo dell’espulsione ed acquistati dalla cattedrale di Palma di Maiorca[4].
A C., infine, Shabbatai b. Sadia Demensi (da Demenna o Val Demone) copiò, per se stesso, il Ma'ase Ephod di Profiat Duran[5].
[1] Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 428 e pp. 5783, 6233, 6235, 6257, 6440, 6563, 6579. Per i rimmonim e le iscrizioni, si vedano Simonsohn, Epigrafica ebraica, p. 513 e segg.; Bucaria, Sicilia Judaica, p. 44 e segg. e si veda più sotto capitoli 11 e 12, n. 39. Sui rapporti degli ebrei con l'autorità, con le istituzioni comunitarie ed altri aspetti si veda la voce relativa alla città di Palermo.
[2] Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 3071.
[3] Ivi, Doc. 5680; Palermo, Jewish Settlement, p. 114; Peri, Restaurazione e pacifico stato, p. 175.
[4]A Palma sono conservati nel museo della cattedrale. Per le riproduzioni si veda Bucaria, Sicilia Judaica, frontespizio; Id., Due pari di puma d'argento e Simonsohn Sicily: A Millennium of Convivenza (or almost), p. 105 e segg. Per l'acquisto si veda Llompart, La fecha y circunstancias del arribo de los 'Rimmonim', p. 48 e segg.
[5] Ms. Paris 831, Sfar Data B179.