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Papa Bonifacio IX concesse nel 1402 un’esenzione dal pagamento delle tasse papali a cristiani ed ebrei che si trovassero sotto la giurisdizione dei Malatesta: tra i beneficiari vi furono anche gli ebrei di C.[1].
Moyse Levi, spagnolo, banchiere in questa località, fu vittima d'una rapina nel 1542. In seguito papa Paolo III emanò un breve in base al quale i comuni in cui fossero successi tali avvenimenti sarebbero stati ritenuti responsabili della prevenzione e del pagamento di eventuali danni alle vittime[2].
L'anno seguente Leone Isacco, i membri della sua famiglia e soci ottennero una tolleranza papale, con le consuete condizioni e, sempre nel 1543, Donna, moglie dello stesso Moyse Levi, fu prestatrice soldi a C., lamentandosi, però, presso la sede apostolica del fatto che altri ebrei cercassero di impedire le sue attività feneratizie: Paolo III dette ordine allora di indagare in merito alla faccenda[3].
Nel 1588 Angelo di Leuccio da Senigallia godette di una tolleranza papale quinquennale e, sempre in quell'anno, una concessione simile venne conferita ad un Leone, figlio di Davide[4].
Bibliografia
Loevinson, E., La concession des banques de prêts aux juifs par les papes des seizième et dix-septième siècles, in REJ 92 (1932), pp. 1-30; 93 (1932), pp. 27-52, 157-178; 94 (1933), pp. 57-72, 167-183; 95 (1934), pp. 23-43.
Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, 8 voll., Toronto 1988-1991