Titolo
Testo
Calatafimi, a 34 chilometri da Trapani in direzione di Palermo, in Val di Mazara, era un feudo dei Cabrera, conti di Modica, che la vendettero poi a Guglielmo Aiutamicristo, ricco banchiere palermitano. Nata in epoca araba, intorno alla roccaforte bizantina di Castrum Phimes, C. si sviluppò particolarmente in età aragonese.
La presenza ebraica è qui ricordata per la prima volta nel 1403, quando la comunità doveva versare al governo la piccolissima somma di 12,15 tarì siciliani e un commissario regio fu inviato per raccogliere la cifra assieme a quelle dovute da altri gruppi di correligionari e dai cristiani. Un’ulteriore testimonianza risale, poi, al 1447, anno in cui la Gran Curia di Sicilia fu chiamata a dirimere il conflitto sorto tra il conte e il supervisore del segno degli ebrei. Da allora fino all'espulsione del 1492, le altre notizie relative agli ebrei di C. si riferiscono tutte alle loro attività finanziarie, artigianali e commerciali[1].
[1] Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 1659 (tasse), 2859 (segno), 5458 (espulsione). Si vedano, inoltre, gli indici dei voll. 12-16 (artigianato e commercio). Sui rapporti degli ebrei con l'autorità, con le istituzioni comunitarie ed altri aspetti si veda la voce relativa alla città di Palermo.