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Caccamo è situata sulla costa sud della Sicilia a pochi chilometri da Termini Imerese, in Val di Mazara, ed è un insediamento di origine antica, che durante il dominio Aragonese fu un feudo dei Chiaramonte e dei Cabrera.
La prima notizia sugli ebrei di C. risale al 1363, quando Siminto Chimia effettuò un acquisto da un correligionario palermitano. Al 1377-78 datano poi altre testimonianze di affari coinvolgenti gli ebrei locali[1]. Nel 1440, inoltre, il viceré di Sicilia autorizzò Moyse di Liuzu, ebreo palermitano, a cercare tesori nascosti e metalli nel territorio della cittadina[2].
La comunità ebraica viene, però, ricordata per la prima volta solo in un elenco relativo alle tasse del 1453-54, quando essa versa una somma tra le più esigue dell'isola: fino all'espulsione del 1492 le piccole dimensioni del gruppo resteranno invariate.
Le informazioni sulle attività economiche degli ebrei di C. sono relativamente abbondanti grazie al registro del notaio Antonio di Michele da Termini Imerese, che rogava atti anche a C. ed aveva tra i suoi clienti alcuni degli ebrei del luogo: da tali documenti vediamo come gli ebrei di C. fossero impegnati nei consueti mestieri degli altri correligionari siciliani[3].
A mancare sul luogo sono, invece, tracce materiali di questa presenza ebraica che si siano conservate sino ad oggi.
[1] Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 668, 1078, 3071, 5458, 5468. Per gli atti del notaio Antonio de Michele, si veda il vol. 15. Sui rapporti degli ebrei con l'autorità, con le istituzioni comunitarie ed altri aspetti si veda la voce relativa alla città di Palermo.
[2] Ivi, Doc. 2580.
[3] Ivi, vol. 15.