Albenga

Provincia di Savona. Le origini di A. risalgono all'antichità e nel Medioevo il centro divenne prima libero Comune e passò, poi, nel 1251 sotto la repubblica di Genova. Per diversi periodi A. fu sotto il dominio dei Del Carretto e di altre famiglie signorili, ma, concluse tali esperienze, tornò sempre sotto il controllo di Genova.

Nonostante i Giurisdicenti localiavessero dichiarato, dopo l’invio dell’editto di espulsione del 1592, che non risiedevano ebrei, né temporaneamente né stabilmente in una serie di località della Riviera di Ponente, tra cui A., documenti dell’anno successivo attestano il contrario, informandoci che Elia Theodoro aveva ricevuto ordine dal podestà di presentarsi, entro otto giorni, esibendo il suo privilegio, e che  il podestà stesso aveva scritto una lettera di apprezzamento nei confronti degli ebrei del centro ligure[1].

Nello stesso 1593 I fratelli Simone e Giacobbe Theodori, nonché Abramo Leblis, furono beneficiari di una tolleranza emessa dal cardinale Enrico Caetano, Camerlengo papale, che consentiva loro di esercitare in un banco ad A.[2].

Nel 1594 i Consoli chiesero al Senato di autorizzare Simone Theodori e famiglia a rimanere nella località, nonostante l’ordine di espulsione. Alla richiesta venne acclusa copia dell’autorizzazione del 1593, concessa al Theodori perché restasse ad A. a commerciare e prestare, a condizione che portasse il segno giallo e tenesse i registri e i libri contabili in idiomate italo ut possint legi ac intellegi[3].  Con questa notizia, si concludono le testimonianze relative ad una presenza ebraica in loco.

Bibliografia

Loevinson, E. , La concession de banques de prêts aux Juifs par les Papes des seizième et dix-septième siècles, in REJ 92 (1932), pp. 1-30; 93 (1932), pp. 27-52, 157-178; 94 (1933), pp. 57-72, 167-183; 94 (1934), pp. 23-43.

Segre, R., The Jews in Piedmont, Jerusalem 1986-1988.

Urbani, R.- Zazzu, G. N., The Jews in Genoa, 2 voll., Leiden-Boston-Köln 1999.