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Teramo (טירמו)
Sorge nella parte settentrionale dell’Abruzzo, alla confluenza del fiume Tordino con il torrente Vezzola. Città romana, attraversò il turbinio delle conquiste barbariche e con i Normanni fu sotto il ducato di Puglia. Nel 1395 fu dominio del ducato di Atri e nel 1436-42 la tenne Francesco Sforza, poi la prese Alfonso d’Aragona e seguì le vicende del regno di Napoli[1]. Sede vescovile, sembra già dall’XI secolo, nel 1443 era tassata per 827 fuochi e nel 1521 per 806.
Notizie su di una consolidata presenza degli ebrei a T. ci giungono dal tempo di Giovanna II d’Angiò-Durazzo. Nell’anno 1432/3, infatti, Elia b. Iosef di Sezze trascrisse nella città per Mordecai b. Isaia alcuni libri del compendio giuridico Mishneh Torah di Maimonide. Nello stesso anno, e quindi ancora a T., egli copiò il Commento di David Kimhi sui Profeti anteriori (Samuele-Re)[2].
Teramo aveva bisogno degli ebrei per la propria economia, stante anche la sua vicinanza con le Marche, ma talora usò nei loro confronti anche modi vessatori, di certo sotto la spinta di predicatori cristiani. Gli statuti teramani del 1440, per esempio, vietarono agli ebrei la macellazione e il taglio delle carni (sciaptare carnes) degli animali pecorini e bovini, come anche il venderle ai cristiani. E nel 1491 la Camera della Sommaria dovette intervenire nei confronti del capitano perché annullasse i bandi e gli editti che, per istigazione di un frate domenicano, aveva fatto contro gli israeliti e che avrebbero potuto essere causa di violenze. Fu invece dovuta a trasgressione della disciplina sui movimenti ed i pascoli del bestiame la multa cui fu assoggettato nel 1448 un Simone ebreo per passaggio di buoi sul tratturo di Colonnella[3].
Tra gli operatori ebrei più autorevoli c’era Angelo de Dattilo, e per lui, la sua famiglia ed i fattori, la città chiese nel 1458 al nuovo re Ferrante I d’Aragona la conferma di tutti i privilegi concessigli dal padre Alfonso[4]. Nel 1489 era attivo a T. un banco di prestito gestito da mastro Vitale in società con Manuele di Campli, il quale gestiva anche un altro banco in società con i fratelli David e Iacob de Israel di Camerino. Nel 1493, in seguito alla morte del Manuele, i nipoti ed eredi fecero imprigionare David con l’accusa di non avere dato conto dell’attività svolta insieme al defunto. Per poter uscire dal carcere, fu necessario che desse garanzia di rendere i conti a due Iudei sufficienti, non suspecti alle parti.[5]
Nel 1511, quando gli israeliti del Regno di Napoli dovettero esulare in forza della prammatica di espulsione generale emanata da Ferdinando il Cattolico, due nuclei ebraici che abitavano a T. partirono e la città chiese alla Camera della Sommaria che fossero cancellati dai ruoli fiscali[6].
Sono testimonianza della vita culturale degli ebrei a T. i libri copiati da Elia b. Iosef da Sezze nel 1432/33 e la ricca raccolta di manoscritti – tra cui il Commento al Pentateuco di Levi b. Gershom – posseduta da Iehiel b. Mordecai da T. e da lui venduta a Menahem b. Shabbetai da Nola per 80 ducati nel 1476. Messer Vitale de Cannarutis, che nel 1488 stava a T., era astrologo regio[7].
Bibliografia
Berardi, M.R., Per la storia della presenza ebraica in Abruzzo e nel Molise tra Medioevo e prima età moderna, in L’Ebraismo dell’Italia Meridionale Peninsulare dalle origini al 1541. Società, Economia, Cultura. IX Congresso internazionale dell’Associazione Italiana per lo studio del Giudaismo (Potenza-Venosa, 20-24 settembre 1992), a cura di Fonseca, C.D. et alii, Galatina 1996, pp. 267-294.
Cerulli, R., Storia illustrata di Teramo, Teramo 1970.
Colafemmina, Documenti per la storia degli ebrei in Abruzzo, in Sefer Yuhasin 3 (1987), pp. 81-90.
Ferorelli, N., Gli ebrei nell'Italia meridionale dall'età romana al secolo XVIII, Torino 1915.
Palma, N., Storia ecclesiastica e civile della regione più settentrionale del regno di Napoli, Teramo 1832.
Richler, B. (a cura di), Hebrew Manuscripts in the Biblioteca Palatina in Parma, Jerusalem 2001.
Savini, F., Sugli Statuti Teramani del 1440, Firenze 1889.
Silvestri, A., Gli ebrei nel regno di Napoli durante la dominazione aragonese, in Campania sacra 18/1 (1987).
[1] Cfr. Cerulli, R., Storia illustrata di Teramo, Teramo 1970.
[2] Hebrew Manuscripts in the Biblioteca Palatina in Parma. Catalogue. A cura di Richler, B., con descrizione paleografica e codicologica di Beit-Arié, M., Jerusalem 2001, p. 107, n. 558; p. 117, n. 609.
[3] Savini, F., Sugli Statuti Teramani del 1440, pp. 77-78, 140.
[4] Palma, N., Storia ecclesiastica e civile della regione più settentrionale del regno di Napoli, II, p. 296; ASNa, Sommaria, Partium 34, fol. 229r.
[5]Silvestri, A., Gli ebrei nel regno di Napoli durante la dominazione aragonese, pp. 70-71.
[6] ASNa, Sommaria, Partium 87, fol. 71v.
[7] Hebrew Manuscripts in the Biblioteca Palatina in Parma, p. 171, n. 774; Ferorelli, N., Gli ebrei nell'Italia meridionale, p. 116.