Pescina

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Pescina

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Provincia de L’Aquila. Posta nell’Abruzzo Polise,  al margine orientale della conca del Fucino,  nel 1443 era tassata, insieme ai suoi casali,  per 131 fuochi.

Il 16 gennaio 1531 papa Clemente VI ordinò al governatore di Ascoli di rendere giustizia a Raffaele del fu Emanuele di Castignano, abitante ad Ascoli e gestore di un banco di prestito in P., che aveva denunciato il fratellastro Ventura, detto Samuel Hazriel, de L’Aquila, di averlo spogliato illegalmente, mentre era assente, di una casa e di altri beni immobili, pretendendo di avere su essi diritti di dote[1].

Il 23 aprile 1535 lo stesso Raffaele e gli altri rappresentanti delle comunità ebraiche d’Abruzzo, nominarono a L’ Aquila Leuzio di Dattilo di Sulmona loro procuratore per negoziare presso banche o mercanti a Napoli o altrove un prestito di 5.000 ducati per pagare il contributo chiesto dalla regia Curia per la conferma dei loro privilegi[2]. Il contributo, che assommava complessivamente a 10.000 ducati, era una delle condizioni poste dalla Corte per la permanenza degli ebrei nel Viceregno[3].

  

Bibliografia

Ferorelli, N., Gli ebrei nell’Italia meridionale dall’età romana al XVIII secolo, Torino 1915.

Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, 8 voll., Toronto 1988-1991.


[1] Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, IV, pp. 1804-5, doc. 1507.

[2] ASAq, Not. Valerius Dominici de Pizulo, busta 68, vol. XXXVI, c. 95b.

[3] Ferorelli, N., Gli ebrei nell’Italia meridionale, pp. 228-230.

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