Caramanico Terme

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Caramanico Terme

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Provincia di Pescara. Sorto su uno sprone dominante la confluenza dei fiumi Orta ed Ofento, in un’area abitata già nel paleolitico, il centro si sviluppò probabilmente in epoca longobarda e nel pieno Medioevo fu un feudo della famiglia D’Aquino. Nel 1443  fu tassato per 420 fuochi.

Il 7 ottobre 1485 Emanuele di C. restituì a Raffaele di Elia dell’Aquila, tramite il notaio aquilano Domenico di Pizzoli, la somma che aveva ricevuto in mutuo[1].

Nel 1510 abitavano nella cittadina i giudei Manuel e Raphael: i loro contributi fiscali dovevano essere esatti separatamente da quelli degli altri abitanti, i cui fuochi assommavano a 455[2].

Il 18 giugno 1541 i due fratelli Emanuele e Benedetto Blondi di C. e Dattilo Vitale di Campli ottennero la licenza, valida per cinque anni, di gestire insieme un banco di prestito in Acquaviva Picena. Una concessione uguale, questa volta per un banco a Ripatransone, fu concessa il 5 maggio 1548 a Gabriele di Emanuele e a Benedetto di Ventura di C., già dimorante a Penne[3].

 

Bibliografia

Berardi, M.R., Per la storia della presenza ebraica in Abruzzo e nel Molise tra medioevo e prima età moderna: dalla storiografia alle fonti, Atti del IX Convegno AIGS, 1996.

Colafemmina, C., Documenti per la storia degli ebrei in Campania (II), in Sefer Yuhasin 3 (1987), pp. 74-79.

Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, 8 voll., Toronto 1988-1991.


[1]Berardi, M.R., Per la storia, p. 290.

[2]Colafemmina, C., Documenti per la storia degli ebrei in Campania (II),  pp.  88-89, doc. 20. È probabile che i due siano gli stessi dell’atto rogato all’Aquila nel 1485.

[3]Simonsohn, S., The Apostolic See,  p. 2225, doc. 2036* e p. 2627, doc . 2759.

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